Europa

8 marzo: Authority a Saint Laurent, stop alle pubblicità degradanti per la donna

Bufera a Parigi per ultima campagna promozionale della casa di moda

Ultima campagna Saint Laurent

Redazione Ansa

Via subito quella campagna promozionale dalle strade di Parigi. L'autorità francese di regolazione professionale della pubblicità (Arpp) ha chiesto al marchio Saint Laurent di ritirare l'ultima campagna ritenuta "umiliante" per l'immagine della donna. "In attesa che la giuria di deontologia pubblicitaria dell'Arpp si riunisca venerdì, abbiamo preso posizione, scrivendo a Saint Laurent, spiegando che i messaggi diffusi non sono conformi alle regole deontologiche, in termini di immagine e di rispetto, ma anche di rappresentazione del corpo", protesta Stéphane Martin, direttore generale dell'authority, chiedendo alla celebre Maison di "fare tutto il possibile per far cessare la diffusione, di ritirare quelle immagini o cambiarle". L'ultima campagna promozionale affissa a tappeto per le strade di Parigi durante la settimana della moda hanno infiammato gli spiriti e acceso le polemiche.

In molti le ritengono sessiste, degradanti e offensive per l'immagine femminile. In uno dei poster affissi a Parigi, una modella magrissima, in pattini a rotelle, è chinata in una posizione ritenuta sessualmente esplicita. L'attrice Eva Darlan, che ha lanciato una campagna di protesta, ritiene quelle immagini "molto scioccanti", un "incitamento all'anoressia, se non allo stupro".

 

 

   "E' una cosa insopportabile e sul piano artistico non valgono niente", aggiunge su Twitter. Per lei, la ragazza "è rappresentata in posizione di prostituzione, sembra sotto l'effetto di droghe. Ci battiamo cosi' tanto affinché le donne vengano rispettate, che siano trattate da eguali rispetto all'uomo. Oggi questi manifesti sono insopportabili". Polemiche anche sui social network. Venerdì il verdetto del comitato deontologico. 

La pubblicità choc della serata zumba 

Il caso del corpo di una donna usato per pubblicizzare il prosciutto 

Quando la campagna choc è a fin di bene (ma fa sempre discutere) 

 

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