Europa

Spagna, licenziato il profugo 'sgambettato'

Dopo i calci della giornalista ungherese, la nuova vita spagnola come allenatore di calcio

Redazione Ansa

Dopo gli orrori della guerra in Siria e quelli del viaggio disperato fino all'Ungheria, aveva iniziato una nuova vita in Spagna. Ma adesso per Osama Abdul Mohsen potrebbe cominciare un nuovo incubo. Il profugo siriano suo malgrado conosciuto in tutto il mondo per essere stato sgambettato con in braccio il figlio Zaid di 7 anni dalla giornalista ungherese Petra Laszlo alla frontiera con la Serbia, è stato licenziato dalla scuola spagnola allenatori dove ha lavorato nell'ultimo anno.

Il motivo? Non ha ancora imparato lo spagnolo e quindi non può svolgere il suo lavoro. E' stato lui stesso a raccontare del licenziamento in un'intervista alla tv Telemadrid. Le immagini della scena di violenza subita da Osama a settembre dell'anno scorso avevano fatto il giro del mondo suscitando una ondata di sdegno e di solidarietà. La giornalista era stata licenziata in tronco. Per Osama invece era cominciata una nuova vita tanto che lui stesso aveva definito "una fortuna essere stato preso a calci".

Una volta saputo che in Siria faceva l'allenatore di calcio, era stato invitato a Getafe, un città a nord di Madrid, e assunto dalla scuola spagnola allenatori Cenafe con uno stipendio da circa 1.200 euro al mese e un appartamento. Non solo, poco dopo il loro trasferimento il piccolo Zaid, grande ammiratore di Cristiano Ronaldo, ha ricevuto la visita a sorpresa della stella del Real che lo ha portato con lui a visitare lo stadio dei 'Galacticos'.

Un sogno diventato realtà, almeno fino a qualche giorno fa. I dirigenti della scuola hanno confermato il mancato rinnovo del contratto, che scadeva a settembre, per motivi "strettamente professionali". "Non è stata una decisione unilaterale", ha spiegato la società in un comunicato, "il contratto scadeva a settembre". Ma la scuola ha anche promesso che è pronto a riassumerlo a febbraio del 2017 se dimostrerà di aver imparato lo spagnolo nel frattempo.

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