Europa

Kasianov, Putin ci ha già rubato le elezioni

Ex premier e leader di Parnas: 'Russia deve entrare nella Nato'

Anniversary of assassination of Boris Nemtsov

Redazione Ansa

"La Russia, chiariamolo subito, non è uno stato democratico". Sguardo duro, voce tonante, stretta di mano d'acciaio, sorriso inaspettatamente gentile: Mikhail Kasianov, ex premier dal 2000 al 2004 e già ministro delle Finanze, oggi è il leader di uno dei principali partiti di opposizione, Parnas, il cui co-fondatore, Boris Nemtsov, è stato ucciso poco più di un anno fa a pochi passi dal Cremlino. Politico di lungo corso, è finito recentemente nella bufera in seguito alla pubblicazione di un video che lo ritraeva in atteggiamenti 'intimi' con una collega di partito. Episodio che Kasianov, in questa intervista concessa all'ANSA, giudica "senza dubbi" un'operazione dei "servizi segreti" per screditarlo e ridurre le chance di Parnas alle elezioni del prossimo settembre.

    - Partiamo da qui. Alle urne si andrà con una nuova legge elettorale. Alcuni sostengono che sia stata 'tagliata' su misura per il partito di governo, Russia Unita. E' così?
"Certo. In Russia non possiamo parlare di libere elezioni. Anzi, non possiamo parlare proprio di democrazia: istituzioni che voi considerate normali, come la libertà di stampa o l'indipendenza del potere giudiziario, da noi sono solo un simulacro, una rappresentazione da parte del potere. Putin non ama le elezioni, le tollera solo perché sono previste dalla costituzione ma sta facendo di tutto svuotarle di ogni significato. E grazie agli ultimi emendamenti, ci ha già rubato le prossime elezioni".

    - Ovvero?
"Sono state approvate delle leggi che rendono più difficile il monitoraggio delle operazioni di voto da parte della società, che è ovviamente un elemento molto importante. In più tenga presente che in Russia non esiste parità di trattamento fra i partiti nell'accesso ai media o nei confronti del sistema giudiziario. Lei potrebbe dunque chiedersi che senso ha, a questo punto, partecipare alle elezioni. Ecco, già aver avuto accesso alla tornata elettorale è un risultato, visto che qui bisogna essere registrati per poter partecipare: noi ci abbiamo provato per 10 anni e solo nel 2012, dopo che la Corte europea dei Diritti Umani ha emesso un verdetto a nostro favore, ci siamo riusciti, perché le autorità hanno scelto di non opporsi. Partecipare per noi significa quindi apportare un elemento di libertà e democrazia al sistema. E il potere ci teme. Lo dimostrano le continue minacce che ricevo e il fatto che ben quattro dei nostri leader regionali siano stati perseguitati giudiziariamente e non potranno più candidarsi".

    - La Russia sta attraversano una profonda fase di crisi e le tensioni a livello politico con l'Occidente non mancano. Lei che ne pensa?
"La Russia è un partner naturale dell'Europa, i litigi artificiali creati dalle autorità attuali sono dunque contro natura. L'integrazione con l'Ue per noi è una questione cruciale ed è per questo che vogliamo una Russia libera e democratica, con un'economia forte e una forte protezione per la proprietà privata; penso, tra l'altro, che la Russia col tempo debba entrare nella Nato, che è una comunità non solo militare ma politica, con la quale condividiamo certi valori: dobbiamo quindi ricreare un clima di fiducia con paesi come la Gran Bretagna, la Germania e l'Italia e poiché la Russia siede nel consiglio di sicurezza dell'Onu, entrando nella Nato noi creeremmo un mondo più sicuro".
   
   - Senta Kasianov, lei non crede però che le opposizioni russe abbiano una parte di responsabilità e che la loro litigiosità (per esempio Alexei Navalni, figura certamente popolare ha deciso di lasciare la vostra coalizione) riduca la possibilità del cambiamento?
"Guardi, noi eravamo riusciti a costruire il Fronte Democratico unito. Poi è uscito quel video, che aveva l'obiettivo di distruggere la coalizione e mi dispiace che le autorità in parte ci siano riuscite. E' stata un'operazione dei servizi in piena regola e solo l'Fsb e il servizio di guardia presidenziale potevano avere questa capacità tecnica: ho trovato un aggeggio di 50 centimetri dentro il muro di quell'appartamento, che era di mia proprietà".

    - Certo, ma lei è stato molto criticato per non aver preso parte alle primarie ed essersi tenuto il primo seggio...
"Abbiamo condotto una ricerca e le uniche tre figure candidabili conosciute a livello federale, e ci tengo a sottolinearlo, eravamo io, Vladimir Rizhkov e Boris Nemstov. Rizhkov ha lasciato il partito e Boris ci è stato strappato. Un sondaggio Gallup mi dà il 7% dei consensi nazionali: messi come siamo messi, era più importante partecipare alle primarie o alle elezioni?".

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