I bambini credenti o che crescono all'interno di famiglie religiose sono più "cattivi" e meno generosi di quelli atei. Lo sostiene uno studio condotto da sette università e pubblicato questa settimana su Current Biology. I ricercatori hanno esaminato il rapporto tra religione e morale, studiando il comportamento di 1.200 bambini cristiani, musulmani e atei, tra i cinque e i 12 anni, provenienti da Stati Uniti, Canada, Cina, Giordania, Turchia e Sudafrica. Il risultato è stato sorprendente: secondo lo studio la religione praticata in famiglia ha un'influenza negativa sulla capacità del bambino di essere altruista. In barba a tutti i luoghi comuni che vogliono le famiglie credenti e praticanti più inclini alla bontà verso gli altri. E con buona pace delle famiglie religiose che, sempre secondo la ricerca, sono convinte che i loro figli siano "più empatici verso le sofferenze altrui". Diversi i test messi in campo dai ricercatori. Prima hanno invitato i bambini a scegliere degli adesivi poi, dopo aver spiegato che non bastavano per tutti, hanno chiesto loro di condividerli con chi non ne aveva nessuno. E il risultato è stato che i bambini di famiglie cristiane o musulmane "erano meno generosi degli atei". In un altro caso hanno mostrato loro video di bambini che si spintonavano e facevano a botte e hanno osservato la loro reazione. Lo studio ha anche dimostrato che "la religiosità dei bambini condiziona anche le loro tendenze punitive", come hanno spiegato i ricercatori al quotidiano Guardian. "I bambini che crescono all'interno di famiglie religiose sembrano essere più drastici nel giudicare le azioni altrui".
Leggi l'articolo completo su ANSA.itI bambini credenti più egoisti di atei
Ricercatori di 7 università, intolleranti e poco empatici