Europa

Voci dai seggi, tra indecisi e chi non ha capito

In fila per votare a referendum che farà la storia della Grecia

La Grecia ai seggi

Redazione Ansa

Molti elettori greci accaldati e rossi in viso, sono tornati dalle spiagge per evitare il traffico del rientro e andare a votare. Parecchi altri sono quelli che i sondaggi definiscono "indecisi", ovvero che non sanno se votare sì o no oppure, semplicemente, che non hanno capito il significato del quesito posto loro sulla scheda elettorale. Ma non è una novità. Diversi osservatori anche europei, nei giorni scorsi avevano segnalato al governo guidato dal premier Alexis Tsipras che i termini in cui era stato definito il quesito sottoposto nel referendum non erano affatto chiari. E che potevano risultare persino del tutto incomprensibili a gran parte dell'elettorato, soprattutto quello delle zone rurali. "Lo confesso, non ho capito la domanda scritta sulla scheda. So solo che dovevo mettere la croce sul sì se volevo l'euro e sul no se volevo la dracma": è questa la sincera ammissione di Pavlos Matheou, 61 anni, ex autista di pullman in pensione incontrato in una piccola taverna nel centro di Atene.

"L'ho messa sul sì perché ho paura di diventare più povero di quello che già sono. In cinque anni mi hanno tagliato la pensione tre volte, prendo la metà di cinque anni fa, ma se vince il sì, anche se me la taglieranno ancora, continuerò a prenderla. E se vince il no? Come vivremo io e mia moglie?". "Anche io ho votato sì - afferma Aliki Sapouna, all'incirca 30 anni, chioma rosso fuoco e piercing sul labbro inferiore che serve caffè in un bar di Kolonaki - ma solo perché non ho mai creduto a Tsipras. Ha raccontato solo tante bugie per essere eletto e prendere il posto di Samaras. Purtroppo i greci gli hanno creduto ed ecco come ci ritroviamo: peggio di prima come economia e zimbello dell'Europa perché per tutti ormai siamo diventati inaffidabili".

"Ma non ha saputo?", chiede allarmato dal suo tavolo Stelios Philippou, 32 anni, contabile presso una compagnia internazionale che non vuole sia citata. "Se andiamo avanti con Tsipras ci faranno fare la fine di Cipro, ci vogliono rubare i nostri soldi dai depositi con il prelievo forzoso. Fino a ieri ero ancora indeciso ma, dopo aver saputo quello che ci stanno preparando le banche, oggi ho deciso di votare sì. Però ho paura che vincano i no perchè i greci che credono ancora alla propaganda di Tsipras sono di più di quelli che ragionano con la propria testa".

"Io invece ho votato Tsipras", ribatte sorridente Irini Avraamides, bionda e sulla quarantina seduta a un tavolo vicino. "Mi è piaciuto questa mattina quando, dopo aver votato, ha detto alla televisione che oggi la democrazia vince la paura e che da domani noi greci apriremo la strada per tutti i popoli dell'Europa. E poi... è un così bell'uomo...".
   

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