Europa

Francia: chi è Amedy Coulibaly, giallo sulla compagna in fuga

Il 'terzo uomo', da criminale a jihadista. L'incontro con Sarkozy

Redazione Ansa

Un passato da criminale, poi la conversione all'Islam radicale e alla jihad: è il profilo di Amedy Coulibaly, 32 anni, il sequestratore del negozio kosher di Parigi ucciso nel drammatico blitz delle forze speciali costato la vita a quattro ostaggi. "Sono dello Stato islamico", ha detto a una tv francese in una telefonata dal negozio. La sua compagna, accusata di complicità nell'assassinio di una agente ieri a Montrouge, sarebbe riuscita a fuggire, mescolandosi con gli ostaggi in fuga dal negozio kosher. Secondo altre fonti invece, non si trovava nell'edificio. Originario di Juvisy-sur-Orge, un piccolo comune a sud di Parigi, Coulibaly era l'unico maschio in una famiglia con dieci figli. Inizia presto la sua carriera criminale: già da adolescente colleziona una serie di condanne per rapina a mano armata e spaccio di droga. Nel 2005 la 'svolta': incontra Cherif Kouachi, uno dei massacratori di Charlie Hebdo, nella prigione di Fleury-Merogis, dove erano entrambi detenuti. In questa fase, Coulibaly si converte all'Islam. Dopo aver scontato le condanne, si trasferisce a Grigny, 20 chilometri a sudest di Parigi. Nel 2010 viene arrestato dall'antiterrorismo perché sospettato di complicità nel piano per far evadere dal carcere Smait Ali Belkacem, l'autore dell'attentato del 1995 alla stazione di Saint-Michel a Parigi. In una perquisizione gli vengono trovate in casa alcune munizioni per kalashnikov. E' uscito dal carcere l'anno scorso. Secondo alcuni testimoni, che hanno chiesto l'anonimato, aveva preso l'abitudine di non utilizzare il telefono cellulare per non essere localizzato. La scorsa settimana è stato visto nella sua città natale, dove avrebbe conversato amabilmente con un suo amico. Condivide con Kouachi il rapporto con l'imam radicale Djamel Beghal, condannato a 10 anni per alcuni piani terroristici, tra i quali un attentato all'ambasciata americana di Parigi. Una perizia psichiatrica lo definì "con una personalità immatura e psicopatica". Un articolo di Le Parisien del 2009 rivela che nel luglio di quell'anno incontrò Nicolas Sarkozy in occasione di una visita dell'allora presidente ad una fabbrica di Coca Cola, dove Coulibaly lavorava. Incontrare Sarkozy "nella vita reale fa impressione. Sia che piaccia o no, è sempre il presidente", dichiarò al giornale. La compagna, Hayat Boumedienne, 26 anni, è ancora ricercata. Il giallo riguarda la sua presenza nel negozio kosher: secondo fonti di polizia citate dalla Cnn sarebbe riuscita a sfuggire al blitz delle forze speciali, mentre quelle citate da Le Monde escludono la sua presenza nel locale. I due sono legati sentimentalmente dal 2010, e la ragazza andò a prendere Coulibaly all'uscita dal carcere. Da quel momento i due hanno iniziato a vivere insieme. Anche Boumedienne è stata interrogata dall'antiterrorismo nel 2010 e secondo Le Monde avrebbe detto alla polizia che nel corso di una visita a Beghal a Murat il gruppo si sarebbe allenato al tiro con la balestra.

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