Europa

Il piano di David Cameron per contenere l'immigrazione

I britannici "non vogliono una falsa scelta" sull'Ue "tra status quo o uscita

David Cameron

Redazione Ansa

L'immigrazione ''porta benefici'' al Regno Unito, ma ''deve essere controllata, giusta e centrata attorno ai nostri interessi nazionali''. Lo ha detto il primo ministro britannico David Cameron introducendo la sua attesa proposta per contenere il livello di immigrazione nel Paese.

I britannici, spiega, ''non vogliono una falsa scelta'' sull'Ue ''tra status quo o uscita. Vogliono riforma e un referendum''. ''E sull'immigrazione: non vogliono immigrazione senza limiti e nemmeno che non via sia immigrazione. Vogliono un'immigrazione controllata. Ed è quello che voglio anche io''.

Ecco alcuni stralci dell'intervento di Cameron:

''La Gran Bretagna sostiene il principio di libera circolazione. Ne trae benefici. Accettarlo e' cruciale nell'essere parte del mercato unico. Principio che non vogliamo distruggere o trasformare''.

''Se verrò rieletto primo ministro a maggio negozierò per riformare l'Ue e il rapporto della Gran Bretagna con l'Unione. E se avrò successo farò campagna per rimanere nell'Ue. Ma se fallirò non escludo nulla''.

La proposta del primo ministro britannico David Cameron per contenere l'immigrazione proveniente dall'Ue si basa sul principio di "contribuire prima di ricevere", per questo - ha spiegato il premier - l'impegno è di modificare la prassi attuale in cui l'accesso a sussidi e al credito d'imposta è immediato, imponendo che i lavoratori siano stati impiegati nel Regno Unito per quattro anni prima di potervi accedere. Altro focus è su coloro che giungono nel Paese in cerca di lavoro che, al contrario di quanto avviene attualmente, secondo la proposta di Cameron non avrebbero più accesso immediato al sussidio di disoccupazione e se risultano ancora senza occupazione dopo sei mesi dall'arrivo devono lasciare il Paese. La promessa di Cameron punta inoltre a limitare gli abusi alla libera circolazione, creando un sistema più rigido - e che riguardi tutta l'Ue, nell'auspicio del premier britannico - con maggiori poteri per espulsioni e limiti ai rientri.

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