Europa

Ucraina: voto con riscaldamenti chiusi

Paese al gelo, energia razionata, problemi per l'acqua calda

Redazione Ansa

L'Ucraina al voto domani con i riscaldamenti ancora chiusi e l'energia elettrica razionata.
Tanto che per la prima volta nella sua storia, il Paese è stato costretto ad importare carbone, combustibile di cui è ricchissimo nel bacino orientale del Donbass ma di cui non può approvvigionarsi a causa del conflitto con i ribelli filorussi e della chiusura o distruzione di molte miniere. Lo ha rivelato il premier ucraino Arseni Iatseniuk in un suo intervento ieri in un popolare talk show televisivo.
   
Giornata silenzio a vigilia voto, 30% indecisi
Giornata di silenzio oggi in Ucraina, alla vigilia delle cruciali elezioni parlamentari di domani, con cui un Paese sull'orlo del baratro economico-finanziario tenta di girare pagina a quasi un anno dal rivolta di piazza Maidan, la cacciata del presidente Ianukovich, l'annessione russa della Crimea, la firma dell'accordo di associazione con la Ue, un conflitto nell'est filorusso che ha causato oltre 3800 morti e un milione di sfollati, ora congelato da una fragile tregua. E un braccio di ferro ancora in corso sulle forniture di gas russo che per ora lascia l'Ucraina al freddo, con i riscaldamenti ancora chiusi nonostante le temperature sotto zero. I sondaggi prevedono un successo dei partiti filoeuropei, tutti di orientamento nazionalista ma con sfumature diverse, con in testa il blocco del presidente Poroshenko (30% circa). Ma tra i 34 milioni di votanti ci sarebbe ancora un 30% di indecisi. E' a loro che hanno lanciato gli ultimi appelli di voto ieri sera leader e candidati durante lo Shuster Live, il piu' popolare talk show televisivo del Paese: un'antologia del 'colore', dei toni e degli slogan di questa campagna elettorale 'di guerra' segnata dalla candidatura di volti nuovi (attivisti, eroi del Maidan, combattenti) ma anche da massicci riciclaggi politici e scontri di interesse tra gli oligarchi che dominano ancora la vita politica ed economica del Paese. I 450 seggi saranno assegnati per meta' con il proporzionale (29 partiti in lizza) e meta' con il maggioritario, ma una trentina resteranno vuoti perche' non si vota ne' nella Crimea 'occupata' da Mosca ne' nelle zone controllate dai ribelli filorussi nelle regioni di Donetsk e Lugansk.

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