Europa

Minaccia Isis a Londra, in 4 pronti a colpire

L'accusa è terrorismo, nel mirino agenti e soldati. Record arresti

Redazione Ansa

Volevano uccidere agenti di polizia o soldati nelle vie di Londra. E' la gravissima accusa per la quale sono stati incriminati quattro cittadini britannici, che avrebbero giurato fedeltà all'Isis. Scotland Yard avrebbe così sventato un nuovo attentato in un anno in cui sono stati compiuti ben 218 arresti fra gli integralisti nel Paese. E la minaccia principale arriva sempre dai simpatizzanti dello Stato islamico e da chi sceglie di partire volontario per Siria e Iraq.

I quattro, che sono stati formalmente accusati di organizzazione di atti di terrorismo dalla Westminster Magistrates' Court, erano stati arrestati nella serie di raid condotti a Londra nelle ultime settimane. Sono tutti giovanissimi: Tarik Hassane, 21 anni, Suhaib Majeed, 20, Nyall Hamlett, 24, e Momen Motasim, 21. Un quinto uomo, Nathan Cuffy, 25 anni, è stato incriminato per reati legati al possesso di armi da fuoco. Era lui, sostengono gli inquirenti, che avrebbe fornito al gruppo di presunti terroristi una pistola Baikal col silenziatore e munizioni da usare in uno dei loro attacchi. E già studiavano i possibili bersagli. Avevano compiuto ''ricognizioni ostili'' utilizzando Google Street View: tenevano d'occhio una stazione di polizia a Shepherd's Bush, nell'ovest della capitale britannica, e una vicina caserma dell'esercito. Inoltre sono stati accusati di aver visto immagini di alcuni agenti di Scotland Yard e il video in cui il giornalista americano Steven Sotloff viene barbaramente assassinato dai miliziani dell'Isis. In loro possesso anche altro materiale legato al jihadismo, come la rivista 'Inspire', considerata una guida per gli aspiranti terroristi. E' probabile che per il loro attacco si fossero ispirati ai killer del soldato Lee Rigby, ucciso nel maggio 2013 nel sud di Londra.

La loro incriminazione è avvenuta in un anno in cui le forze dell'ordine britanniche hanno compiuto 218 arresti per attività di terrorismo in Inghilterra, Scozia e Galles, un'impennata che Scotland Yard attribuisce al fenomeno Isis. Per Mark Rowley, responsabile nazionale dell'anti-terrorismo, la polizia deve gestire un ''numero eccezionale'' di casi legati all'integralismo. ''Gli agenti stanno sventando diversi attentati ogni anno'', ha aggiunto Rowley. E già si pensa a soluzione estreme. Il ministro degli Esteri, Philip Hammond, ha detto che i jihadisti britannici che vanno a combattere fra le file dell'Isis in Siria e Iraq potrebbero essere accusati di alto tradimento una volta tornati in patria, in quanto hanno ''giurato la loro personale fedeltà al cosiddetto Stato islamico''.

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