Asia

Birmania: centinaia di monaci in fuga dagli scontri

Intensi combattimenti tra i militari e i gruppi ribelli

Redazione Ansa

YANGON, 16 GEN - Centinaia di monaci buddisti sono fuggiti da due grandi città della Birmania orientale, aggiungendosi alle migliaia sfollati che hanno lasciato le proprie case a causa degli intensi combattimenti tra i militari e i gruppi ribelli contrari al colpo di stato del febbraio 2021 che ha estromesso la leader Aung San Suu Kyi. Lo si è appreso da testimoni sul luogo.
    Le proteste di massa che sono seguite al golpe sono state represse nel sangue con l'uccisione di oltre 1.400 persone, mentre dozzine di gruppi ribelli sono sorti per opporsi al regime.
    La città di Loikaw, nello stato di Kayah orientale, è stata teatro di intensi combattimenti la scorsa settimana e le Nazioni Unite stimano che quasi 90.000 persone siano fuggite. Secondo le ong locali sono invece oltre 170.000. da parte delle ONG locali.
    "Più della metà della popolazione di Loikaw è sfollata", ha affermato l'Onu. "Era impossibile per noi rimanere lì", ha detto un monaco, aggiungendo che circa 30 monasteri si stavano svuotando. Una spiacevole novità in una nazione in cui sono i monaci sono venerati e i templi sono considerati rifugi sicuri. Anche nella vicina città di Demoso almeno 12 monasteri sono stati abbandonati.

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