Asia

Yemen: la 'strage invisibile' dei civili

Parla medico italiano di Msf, 'guerra, fame e malattie dilagano

Redazione Ansa

Un ragazzino di 13 anni in preda alle convulsioni viene steso su un lettino. La testa, colpita da un proiettile, è fasciata. Viene avviato verso l'ospedale di Saada, il più vicino con una sala operatoria, a un'ora e mezzo di macchina, ma ci arriverà privo di vita. Uno dei tanti bambini-soldato vittime della guerra in Yemen. E' stata forse l'esperienza più drammatica per il dottor Roberto Scaini, operatore italiano di Medici senza Frontiere (Msf), che da febbraio ha riaperto a Haydan, una cittadina nel nord del Paese, un piccolo ospedale. Haydan, incastonata tra due montagne, si trova nel governatorato di Saada, la roccaforte dei ribelli sciiti Houthi che, da oltre due anni, combattono una guerra civile contro le forze del presidente Abd Rabbo Mansur Hadi, sostenuto dall'Arabia Saudita. Msf aveva ritirato tutto il suo personale dal nord dello Yemen nell'estate del 2016, dopo che bombardamenti aerei della coalizione saudita avevano colpito quattro ospedali. Ora ha nuovamente inviato tre operatori.
   

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