Asia

Iran: ponte Tabiat, ingegneria italiana per giovane designer

A piedi su 3 piani tra due parchi Teheran, di una 25enne l'idea

Redazione Ansa

Un ponte pedonale che collega due parchi divisi da un'arteria ad alto scorrimento, e che invita a camminare ma anche a sostare su ciascuno dei suoi tre livelli attrezzati di panchine, ristoranti e caffè. E' il ponte Tabiat ('natura') di Teheran, ormai uno dei luoghi di incontro più frequentati della capitale, nelle limpide giornate di primavera come nelle lunghe serate estive dell'ultimo Ramadan o in quelle fredde di questo inverno inquinato.

A concepire questo progetto innovativo, che somma fresca inventiva e alta tecnologia, è stata l'allora 25enne studentessa di architettura Leila Araghian, che per il suo lavoro ha anche vinto il concorso internazionale Architizer A+ Awards di New York. Ma a realizzarlo è stato anche lo studio Maffeis Engineering di Solagna (Vicenza), che si è occupato principalmente di tutta la progettazione strutturale, dalle fondazioni alla struttura metallica, dalle fasi preliminari ai calcoli definitivi.

    "Ci siamo preoccupati di affiancare e supportare lo studio di architettura durante lo sviluppo del progetto - dice all'ANSA l'ing. Marco Grigoletto dello studio Maffeis, che ha un ricco 'portfolio' di realizzazioni all'estero. Con particolare attenzione, aggiunge, "alla definizione di tutti i nodi strutturali, che escono dai canoni usuali di progettazione" . "Il giudizio da parte nostra è decisamente positivo – conclude il professionista – e abbiamo cercato di mantenere intatta l'idea originaria: sicuramente una novità nel panorama progettuale dell'Iran, sia dal punto di vista estetico che concettuale".

Inaugurato nel 2014 dal sindaco di Teheran Mohammad Qalibaf, noto per l'impulso dato a molti lavori infrastrutturali che stanno cambiando il volto della capitale, il ponte Tabiat è ben presto diventato anche un punto di riferimento per gli abitanti: che amano i parchi e tutte le occasioni di vita sociale all'aperto. 
   

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