America Latina

A Manaus ossigeno finito, i pazienti agonizzano

I medici brasiliani lottano col Covid: 'non sappiamo che fare'

Manaus, Brasile

Redazione Ansa

Si aggrava di ora in ora la crisi sanitaria nello stato brasiliano dell'Amazzonia, dove i medici sono costretti in alcuni casi ad utilizzare la ventilazione manuale per i pazienti Covid rimasti senza ossigeno. "Non ne abbiamo più, i pazienti agonizzano. Quello che ho visto oggi non potevo immaginarlo neanche nei miei peggiori incubi. Non sappiamo come assistere i malati, non troviamo le parole per consolare i familiari. E' una cosa che lascerà cicatrici permanenti nei nostri cuori. Non abbiamo più la salute mentale per affrontare una situazione così disperata e angosciante", ha denunciato Gabriela Oliveira, medico dell'ospedale Getulio Vargas di Manaus.

Situazione analoga anche nell'ospedale 28 agosto. "Ai pazienti che riceviamo e che hanno bisogno di ossigeno possiamo solo offrire la ventilazione manuale con i palloni Ambu, che esigono uno sforzo continuo", ha detto un operatore sanitario intervistato dal sito Uol. "Gli mancava l'ossigeno, ho urlato per chiedere aiuto ma ho visto che anche i medici stavano piangendo", ha detto tra le lacrime Michelle Viana, che ha perso questa mattina il padre nel pronto soccorso dell'ospedale Dr. José Lins.

Manaus è di nuovo al collasso per l'aumento dei casi di Covid-19 e tutto il Brasile si sta mobilitando per prestare aiuto alla popolazione dell'Amazzonia. Il presidente Jair Bolsonaro, che ha definito "terribile" la situazione a Manaus, ha inviato due aerei per trasferire 230 pazienti negli ospedali di altri stati ma è stato criticato per non aver reagito prontamente alla crisi. La corsa contro il tempo per salvare il maggior numero di vite è partita e vi partecipano anche attori, cantanti e squadre di calcio che stanno acquistando materiale sanitario da inviare in Amazzonia. Ma la situazione è disperata. "Mancano monitor, ossimetri, ventilatori. Ospedali e pronto soccorso sono strapieni tanto che alcuni pazienti vengono curati sul pavimento", ha denunciato il presidente del consiglio sanitario locale, Sandro Andrè.

Anche il governo di San Paolo ha risposto all'appello e si è offerto di accogliere nelle proprie strutture ospedaliere i neonati prematuri e le gestanti che necessitano di assistenza per liberare posti letto in Amazzonia. Il governatore Wilson Lima ha rivelato che i contagi di Covid in Amazzonia sono aumentati nell'ultima settimana dell'85%, mentre il sindaco di Manaus, David Almeida, ha detto che i casi registrati nelle ultime 24 ore nella sola capitale sono stati 2.516. Per far fronte all'alto numero di decessi, oltre 1.600 nelle prime due settimane di gennaio, nei cimiteri di Manaus sono state installate celle frigorifere dove conservare i cadaveri in attesa della sepoltura. 
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it