Africa

Sud Sudan: Onu, 173 civili uccisi e bimbe vittime di stupro

Rapporto denuncia brutali violenze da febbraio a maggio 2022

Redazione Ansa

Decine di civili sono stati uccisi in scontri politici avvenuti in Sud Sudan tra febbraio e maggio di quest'anno, con donne e bambini vittime di brutali aggressioni, tra le quali lo stupro di gruppo: lo denuncia un rapporto dell'Onu.
    Gli scontri nello Stato di Unità, ricco di petrolio, tra le forze fedeli al presidente Salva Kiir e al suo rivale, il vicepresidente Riek Machar, hanno colpito almeno 28 villaggi in tre contee, con 173 persone uccise e 37 donne e bambini rapiti.
    "Molte delle persone rapite sono state vittime di violenze sessuali, tra cui bambine di 8 anni e una di 9 violentata a morte da una banda", ha affermato la missione dell'Onu in Sud Sudan (Unmiss) e l'Ufficio dell'Alto Commissario dell'Onu per i diritti umani (Ohchr).
    Entrambe le parti hanno commesso gravi abusi, secondo il rapporto, e le forze filo-governative, insieme alle milizie fedeli a Kiir, sembrano essere state "i principali autori delle violazioni dei diritti umani". Le violenze hanno sfollato 44.000 persone in 26 villaggi, con un totale di 131 casi di stupro e violenze di gruppo documentati.
    Il rapporto congiunto copre il periodo compreso tra l'11 febbraio e il 31 maggio 2022, con i ricercatori che si sono recati nelle roccaforti pro-Machar di Koch, Leer e Mayendit, nonché nelle aree circostanti per documentare le conseguenze delle violenze. In un comunicato stampa che accompagna la pubblicazione del rapporto, Nicholas Haysom, l'inviato dell'Onu nel Paese, ha dichiarato che "le violazioni dei diritti umani sono state commesse impunemente". 
   

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