Africa

Volontario italiano fermato in Etiopia, contatti in corso

Finito nella rete della caccia alla 'quinta colonna' tigrina

Redazione Ansa

 Un volontario italiano, Alberto Livoni, si trova da sabato scorso in stato di fermo in Etiopia, in un commissariato della capitale. Sta bene, è in contatto con le autorità consolari e si spera nella sua scarcerazione.
    L'operatore umanitario emiliano è finito nella rete tesa dalle autorità etiopi ad ogni possibile "quinta colonna" del temuto assedio tigrino di Addis Abeba.
    Il 65enne è Coordinatore per l'Etiopia del "Vis" (Volontariato internazionale per lo sviluppo), una ong che affianca i salesiani in progetti di scolarizzazione e formazione professionale di giovani e che è molto attiva nel nord del Tigrè.
    Il fermo di Livoni è stato compiuto da forze di sicurezza nella sua abitazione ad Addis Abeba dopo un'irruzione e assieme a lui sono stati fermati due operatori dello staff locale del Vis. Le autorità etiopi vogliono accertare perché il dirigente italiano avrebbe ceduto circa 20 mila dollari a una persona: anche se non è stata formalizzata alcuna accusa, gli inquirenti etiopi sospettano che i fondi siano serviti ad aiutare i miliziani del Fronte popolare di liberazione del Tigrè (Fplt) lanciati ora alla conquista della capitale, e non solo profughi.
   

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