Africa

Niger espelle profughi da Boko Haram

Per nigeriani tre giorni di marcia per rientro in patria

Redazione Ansa

Il Niger ha espulso dai suoi confini oltre 3.000 nigeriani, fra i quali moltissimi profughi fuggiti dalla violenza di Boko Haram, e nei tre giorni di marcia fino al confine almeno 12 di essi sono morti per il caldo: lo affermano fonti ufficiali e testimoni. La protezione civile della Nigeria ha reso noto di essere stata allertata dal Niger e di aver inviato al confine alcuni mezzi per raccogliere i profughi esausti. Finora ne avrebbe registrati 3.000, ma ne aspetta molti di più.

I profughi sono stati accolti dalla Nigeria alla cittadina di confine di Gaidam, nello stato di Borno. I rifugiati, moltissimi dei quali sono pescatori, hanno raccontato di essere stati obbligati dal Niger a ritornare in Nigeria dopo che Boko Haram ha attaccato un'isola sul Lago Ciad la settimana scorsa. Hanno raccontato che i soldati nigeriani sono arrivati al villaggio di pescatori di Lelewa, dove si erano stabiliti, molti fuggiti dalla violenza dei terroristi islamici, ordinando loro di andarsene subito. "Non ci hanno dato neanche il tempo di prendere i nostri vestiti. Abbiamo dovuto abbandonare tutto", ha raccontato all'Ap Lulabatu Isa, una ragazza di 21 ani con il bambino piccolo legato sulle spalle. Poi la marcia: "C'era un caldo tremendo e non c'era acqua", hanno raccontato Isa e Nura Auwal, un altro profugo di 22 anni, che hanno riferito che durante la marcia fino al confine almeno 12 sono morti per sfinimento. "Sono crollati e sono morti. Nessuno aveva energia sufficiente per aiutarli e non abbiamo potuto fare altro che abbandonarli nella boscaglia", hanno aggiunto.

Non commentano per ora le autorità del Niger, che finora aveva consentito a circa 100.000 profughi nigeriani di accamparsi attorno all'area del Lago Ciad.

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