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Spiraglio da Hamas, al Cairo con 'uno spirito positivo'

Haniyeh rilancia colloqui ma Israele insiste su Rafah

Redazione Ansa

Prima il gelo, poi Hamas sembra aver riaperto uno spiraglio nei negoziati in corso al Cairo. A diradare le nubi che si stavano addensando sulle trattative nella capitale egiziana, è stato lo stesso capo della fazione Ismail Haniyeh. Il movimento - ha detto smentendo altri esponenti della fazione islamica che parlavano di 'risposta negativa' - sta studiando "con spirito positivo la proposta di cessate il fuoco". Per questo, dopo un colloquio telefonico con il capo dell'intelligence egiziana Abbas Kamal, ha accettato di inviare di nuovo la sua delegazione al Cairo.

 

Le posizioni, o le tattiche, negoziali continuano a concentrarsi sul nodo - riferisce una fonte egiziana al corrente dei colloqui - della natura del cessate il fuoco: Hamas chiede sia definitivo, Israele vuole una tregua temporanea. Lo Stato ebraico non intende mollare infatti sull'operazione militare a Rafah, come continua a ribadire Benyamin Netanyahu. "Faremo ciò che è necessario per vincere e sconfiggere il nostro nemico, anche a Rafah" è tornato a dire anche oggi pur ammettendo le "diversità di opinioni" nel suo governo sull'ingresso nella città palestinese a ridosso con l'Egitto.

In attesa della risposta di Hamas - che Israele stima ritardi di qualche giorno - Netanyahu ha quindi convocato il Gabinetto di guerra e, a seguire, quello di sicurezza dove sul tavolo oltre allo stato delle trattative resta l'ingresso nella città a sud della Striscia. "La delegazione negoziale di Hamas - ha detto Haniyeh al capo degli 007 egiziani, protagonista di ogni mediazione - verrà in Egitto il prima possibile per completare le discussioni in corso con l'obiettivo di maturare un accordo che soddisfi le richieste del nostro popolo e fermi l'aggressione".

Haniyeh ha quindi ridimensionato le parole più pessimistiche di Osama Hamdan, alto dirigente della fazione islamica in Libano, riprese dal New York Times, che poche ore prima, aveva parlato di "una posizione negativa sul documento negoziale" in discussione in Egitto. Non chiudendo però ai negoziati, con il proseguimento dei colloqui. "Sono ancora in corso - ha spiegato la fonte egiziani al media qatarino 'Al-Arabi Al-Jadid' - gli sforzi per risolvere la questione principale relativa alla fine della guerra e al cessate il fuoco su cui esiste ancora una controversia".

Hamas vuole in sostanza che dopo le due lunghe fasi temporali di tregua, ci siano garanzie precise che Israele non riprenda i combattimenti. Netanyahu tuttavia è stato chiaro al riguardo: Israele non accetterà un accordo con Hamas che includa la fine della guerra, ha detto ieri al segretario di stato Usa Antony Blinken in visita a Gerusalemme.

Sarebbero invece risolti - secondo la fonte egiziana - i punti "sul ritiro graduale di Israele da Gaza e il ritorno degli sfollati nel nord della Striscia". Al 209/esimo di guerra, non si fermano intanto le operazioni dell'Idf nel centro della Striscia con l'agenzia palestinese Wafa che ha riferito di 6 persone "uccise in un bombardamento israeliano sulla città di Al-Zahraa, a nord del campo di Nuseirat" nel centro di Gaza. Lo stesso a Khan Yunis, nel sud, dove - secondo la stessa fonte - "un palestinese è stato ucciso, e altri sono rimasti feriti" in un raid.

Gli Usa - in una mossa importante - hanno invece annunciato che è stata "completata" la costruzione del molo temporaneo a Gaza dove sbarcheranno gli aiuti umanitari alla popolazione civile della Striscia. Ma non si ferma il muro contro muro tra la Turchia e Israele: Ankara - secondo Bloomberg che cita due funzionari al corrente della questione - ha interrotto tutte le esportazioni e importazioni da e verso lo stato ebraico che ha reagito con forza: "Quello di Erdogan è un comportamento da dittatore" che ignora "gli accordi internazionali". Ora secondo il ministro Katz, Israele cercherà "alternative al commercio con la Turchia". 

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