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Hamas, i negoziati con Israele sono ad un punto morto

"Netanyahu pone ancora ostacoli e non è interessato al rilascio degli ostaggi israeliani"

Familiari degli ostaggi protestano a Tel Aviv

Redazione Ansa

    Il rappresentante di Hamas a Beirut ha affermato che i "negoziati con Israele sono a un punto morto". Lo ha detto Osama Hamdan durante una conferenza stampa nella capitale libanese.

    "Confermiamo che finora non ci sono stati progressi nei negoziati e che sono a un punto morto nonostante l'elevata flessibilità positiva mostrata (da Hamas) per facilitare il raggiungimento di un accordo", ha detto Hamdan in una dichiarazione stampa trasmessa in diretta tv. 

    Poco prima, una fonte non identificata del movimento islamico ha spiegato ad Al Jazeera che Israele "è ancora intransigente nei
colloqui per garantire una tregua a Gaza e uno scambio di prigionieri", perché "rifiuta il cessate il fuoco, il ritiro dalla Striscia, il ritorno degli sfollati e un vero scambio di prigionieri".

    "Il primo ministro israeliano Netanyahu pone ancora ostacoli a un accordo e non è interessato al rilascio degli ostaggi israeliani. Sta cercando di guadagnare tempo, di assorbire la rabbia delle famiglie dei prigionieri e di mostrare falso interesse a proseguire le trattative".

     "La nostra posizione negoziale è quella presentata il 14 marzo ai mediatori egiziani e del Qatar", ha sottolineato Hamdan, che ha ricapitolato le richieste di Hamas: "Continuiamo a chiedere la fine dell'aggressione militare e il ritiro delle forze di occupazione dalla Striscia di Gaza, per far tornare gli sfollati alle loro case, soprattutto nel nord della Striscia, intensificare l'accesso umanitario, avviare l'opera di ricostruzione, e un genuino scambio di prigionieri"

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