Mondo

'Voto Putin, abbiamo liberato il Donbass' - Il reportage

Le voci fuori dai seggi di Mosca: 'L'Occidente non capisce'

I russi alle urne

Redazione Ansa

 "L'Occidente non capisce: abbiamo liberato il Donbass, loro ci ringraziano", dice una signora di mezza età. "Putin è il miglior presidente al mondo, dobbiamo difendere i nostri, per questo sostengo l'operazione militare speciale", le fa eco un'anziana usando la definizione asettica imposta dal Cremlino per la guerra in Ucraina. Nel primo dei tre giorni delle presidenziali russe, la maggior parte delle persone interpellate dall'ANSA all'uscita da tre seggi elettorali di Mosca dichiara di aver votato per Vladimir Putin. E nel farlo, molti di loro ripetono la narrazione della propaganda del regime, che ogni giorno dai teleschermi irrompe prepotente nelle case dei russi.


    Questo non significa che tutti voteranno per Putin. Gli oppositori vogliono far sentire la propria voce recandosi insieme alle urne lo stesso giorno alla stessa ora: cioè domenica alle 12, per l'iniziativa 'Mezzogiorno contro Putin' (le autorità minacciano già conseguenze), mentre per i funerali di Navalny diverse migliaia di persone sono scese in strada a Mosca scandendo slogan contro la guerra e contro la dittatura.


    Ma molti di coloro che hanno votato in questo primo giorno di elezioni, e accettano di parlare, sostengono le posizioni del governo.
    Non c'è calca nei seggi elettorali, anche perché il voto è spalmato su tre giorni e in molte regioni è possibile votare online (due circostanze che secondo molti rendono poco trasparenti queste presidenziali). Le dichiarazioni di oggi però fanno capire quanto sia potente la propaganda del Cremlino. Una propaganda che ora si basa molto sulla guerra, tanto che il simbolo di queste elezioni è una 'V' col tricolore russo, cioè la lettera dell'alfabeto latino che, assieme alla 'Z', è diventata l'emblema dell'aggressione contro l'Ucraina.
    Due di queste 'V' indicano il seggio elettorale 3343 di Znamya Oktyabrya, nell'estrema periferia sud di Mosca. Il Cremlino ha scatenato una guerra che ha ucciso migliaia di civili e ha occupato alcune regioni ucraine. Ma chi sostiene Putin ripete spesso la versione del Cremlino secondo cui il Donbass sarebbe stato "liberato" dalle truppe di Mosca. "Perché la vostra Meloni manda armi all'Ucraina?", tuona un uomo tra i 60 e i 70 anni accusando l'Occidente di "russofobia". Poi sostiene che la Russia è un Paese libero. "Io posso venire qui e votare per chi voglio mentre negli Usa perseguitano Trump", afferma.


    Le autorità russe però hanno sbarrato l'accesso alle presidenziali a due dissidenti contrari alla guerra, e al voto partecipano solo candidati considerati vicini al governo e messi lì per dare una parvenza di democraticità. "Ho scelto Putin perché è il nostro presidente. Con lui la nostra vita è diventata migliore. Ha fatto molte cose buone per il Paese e per il mondo", dice una donna che ha votato nel seggio elettorale 1243 di Sokolinaya Gorà, un quartiere orientale di Mosca. Sempre lì un uomo risponde ad una domanda sulla morte di Navalny bollando come "un bandito e un truffatore" il rivale numero uno di Putin, che in realtà era ingiustamente in carcere per motivi politici. Dopo un po' arrivano due agenti di polizia e dicono al cronista di allontanarsi: affermano che qualcuno si è lamentato per alcune domande su Navalny.  
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it