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Raduno neonazi a Budapest, shock per l'immagine di Salis impiccata. Interviene Tajani

Il padre, 'questo conferma i nostri timori'. La Farnesina chiederà verifiche sul murale

Roberto Salis, immagini a Budapest confermano nostri timori

Redazione Ansa

    Le autorità ungheresi hanno proibito il corteo di neonazisti previsto per stamattina a Budapest in occasione del "Giorno dell'onore" ma gli organizzatori vogliono tenere comunque la manifestazione in boschi circostanti. "Non molliamo, questa città è nostra", ha detto al sito Kuruc.info il leader della formazione di estrema destra "Legio Hungaria" che organizza la celebrazione, Bela Incze, prospettando il percorso alternativo scelto per evitare uno scontro con la polizia, presente con ingenti forze nel centro della capitale ungherese.

   Un'altra organizzazione neonazista, "Blood and Honour Hungaria", ha organizzato un concerto in un terreno privato, anche questo vietato dalla polizia, si è appreso inoltre a Budapest. Come noto, era stato in occasione del raduno dell'anno scorso che Ilaria Salis era andata a Budapest dove poi è stata arrestata e da allora detenuta con l'accusa di aver partecipato all'aggressione fisica di due estremisti di destra. 

   La manifestazione, che ogni anno attira neonazisti da molti Paesi europei, si terrà comunque con partecipanti in uniformi militari e bandiere neonaziste, riferisce il sito. Il "Giorno dell'onore" celebra il tentativo di sortita dal Castello di Buda nel 1945 di truppe naziste e fascisti ungheresi in cui morirono circa 20 mila combattenti.

 

   A Budapest sono state convocate anche due manifestazioni antifasciste, nell'ambito di una campagna internazionale detta "Stop Nazi Glorification". Una è indetta dagli antifascisti del gruppo "Autonom Mozgalom". In un comunicato sul loro sito internet, la formazione ricorda che "i soldati caduti nel febbraio 1945 hanno lottato per il Terzo Reich" e quindi "non sono eroi": "Il raduno al Giorno dell'onore falsa la storia per cercare di attirare consenso per i neonazisti." La seconda protesta contro l'estrema destra è indetta dall'Associazione degli antifascisti ungheresi (Measz) è cominciata stamattina al memoriale dell'olocausto "Scarpe sulle rive del Danubio": "Protestiamo contro ogni violenza e rigurgiti fascisti", ha detto all'ANSA il presidente dell'organizzazione, Vilmos Hanti.

Roberto Salis, le immagini a Budapest confermano nostri timori

   "Le immagini di Budapest si commentano da sole e confermano i timori della famiglia a seguire i consigli che ci pervengono dalle autorità italiane". Così Roberto Salis, padre di Ilaria, a proposito delle immagini che ritraggono la donna impiccata apparse a Budapest in concomitanza con le celebrazioni neofasciste del Giorno dell'Onore (pur non autorizzate dalla polizia). Salis si riferisce ai timori per la sicurezza in caso di arresti domiciliari in Ungheria per la 39enne da un anno in carcere con l'accusa di avere aggredito due estremisti di destra.

Pd, 'Ilaria impiccata è una minaccia'

    "Quanto accaduto oggi a Budapest conferma i timori della famiglia e di Ilaria. Le immagini della donna impiccata alla manifestazione neofascista sono eloquenti e scioccanti. Per questo è inaccettabile che il governo non agisca e non intervenga per sottrarre Ilaria a queste minacce ed a questi pericoli. È dovere del ministro Nordio agire e non limitarsi ad annuire durante la surreale informativa alla Camera del ministro Tajani e lavorare per farla tornare in Italia". Così la deputata democratica, Debora Serracchiani

Tajani chiede verifiche sul murale

   Il ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani ha chiesto all'ambasciatore d'Italia in Ungheria Manuel Jacoangeli di verificare con le autorità ungheresi i
fatti relativi alla comparsa a Budapest di un murales riferito a Ilaria Salis.

   L'ambasciatore, spiega la Farnesina, "effettuerà i passi necessari a confermare alle autorità ungheresi che il governo italiano sostiene la tutela della dignità e della sicurezza della signora Salis". Secondo la Farnesina, nel quadro di miglioramento delle condizioni di detenzione, bisogna evitare qualsiasi interferenza esterna locale alla detenzione della cittadina italiana. 

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