America Latina

Accuse di abusi al papà dei bimbi ritrovati nella selva, arrestato

Partecipò ai soccorsi dei piccoli sopravvissuti da soli per 40 giorni

Redazione Ansa

Aveva partecipato attivamente alle ricerche e commosso il mondo con il racconto delle ultime ore di vita della moglie. Ma ora pesa l'onta più grave, quella di aver abusato di due minorenni, su Manuel Ranoque, padre e patrigno dei quattro fratellini indigeni scampati ad un incidente aereo in Colombia e ritrovati a giugno dopo 40 giorni trascorsi nella giungla amazzonica. L'uomo è stato arrestato con l'accusa di abusi su un minore di 14 anni e di un altro adolescente, secondo quanto reso noto dalla procura di Caquetá. Ranoque è il padre dei due bambini più piccoli sopravvissuti alla sciagura aerea: Tien Noriel, di 4 anni, e Cristin Noriman, di appena un anno (compiuto proprio mentre si trovava nella selva). Mentre è patrigno degli altri due: Lesly, di 13 anni, e Soleiny, di 9. La madre dei quattro, Magdalena Mucutuy, è morta nello schianto del velivolo. La storia della famiglia Ranoque-Mucutuy, appartenente all'etnia indigena Huitoto, sembrava di quelle dal finale felice. Ranoque, un leader della comunità di Puerto Sabalo, aveva fatto strada ai militari delle forze speciali nella foresta battuta fino al lieto epilogo, quando le speranze di ritrovare i piccoli ancora vivi sembravano ormai perse. Le immagini dei quattro fratellini avvolti nelle coperte termiche, con l'aria spaesata e i corpi denutriti, hanno fatto il giro del mondo e incantato la comunità internazionale. Nessuno avrebbe sospettato che, dietro all'apparente serenità familiare, si celasse un simile dramma. I nonni dei bambini, Narciso Mucutuy e Fatima Valencia, hanno denunciato che Ranoque avrebbe tentato di violentare la figliastra Lesly e, in diverse occasioni, avrebbe maltrattato pure la moglie Magdalena. Secondo indiscrezioni di stampa, due settimane fa i bambini hanno rilasciato dichiarazioni che hanno portato all'arresto di Ranoque. L'Istituto colombiano per il benessere familiare (Icbf), che li ha in custodia, dopo i racconti dei bambini, avrebbe proibito all'uomo di avvicinarsi e di avere contatti con loro. L'Icbf ha anche assicurato che i bambini godono di buona salute e che sta collaborando con la procura generale, nella speranza che continui ad essere tutelata l'integrità dei quattro minori.
   

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