Africa

Ong lancia l'allarme, 'Niger sull'orlo della crisi alimentare'

Coopi all'ANSA, mancano anche farmaci, deteriorati dai black-out

Redazione Ansa

 A Niamey, e nel resto del Niger, a meno di due settimane dal golpe militare e dalle conseguenti sanzioni imposte dall'Ecowas, c'è stato un aumento dei prezzi in grado di degenerare in una "grave crisi alimentare" entro poche settimane. Inoltre il taglio dell'energia dalla Nigeria, sta creando blackout e un interruzione della catena del freddo mettendo a rischio farmaci e vaccini. Lo sottolinea Morena Zucchelli, capo missione in Niger di Coopi-Cooperazione Internazionale, la ong umanitaria che continua a lavorare nel Paese del Sahel impiegando 20 operatori internazionali e 350 locali. Tra i 20 espatriati di Coopi, si contano 15 italiani, di cui 11 ancora in Niger per proseguire le attività.
    "In Niger, già colpito da molteplici crisi, le conseguenze del golpe potrebbero avere effetti devastanti sulla vita di milioni di persone, specialmente di chi ha già bisogno di assistenza umanitaria", ha premesso Zucchelli in uno scambio con l'ANSA, riferendosi esplicitamente a "oltre 4,4 milioni tra sfollati, rifugiati e abitanti locali". "Il primo impatto negativo si riscontra nell'accesso al cibo: l'aumento dei prezzi degli alimenti, soprattutto di quelli alla base dell'alimentazione dei nigerini (riso, cipolle e patate) può portare in qualche settimana ad una grave crisi alimentare", ha sostenuto la capo missione dell'ong presente in Niger dal 2012, anno dal quale ha realizzato 120 progetti, soprattutto di emergenza, nel campo della salute, salute mentale, sicurezza alimentare, nutrizione, protezione ed educazione.
    "Si teme un impatto anche nel settore sanitario: la mancanza di elettricità mette a repentaglio la catena del freddo e la conservazione di farmaci e vaccini", ha avvertito Zucchelli, che coordina di 17 progetti che raggiungono quasi 2 milioni di persone. "A livello umanitario, la difficoltà nel reperire beni come viveri e carburante sta provocando un rallentamento nelle nostre attività sul terreno e un aumento dei nostri sforzi logistici per continuare a fornire assistenza sanitaria e multisettoriale alla popolazione sfollata e migrante presente in varie zone del Niger", ha aggiunto riferendosi in particolare ai confini con Mali, Burkina Faso, Nigeria e Algeria.
   

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