Mondo

Tensione sul nucleare, l'Iran spegne le videocamere Aiea

L'agenzia: 'Teheran non coopera'. Raisi: 'Non arretreremo'

Nucleare Iran

Redazione Ansa

Si complica sempre di più la già ingarbugliata vicenda del nucleare iraniano: dopo mesi di stallo nel difficile negoziato che tenta di riportare Teheran agli accordi del 2015, cancellati dall'amministrazione Trump, l'Iran ha staccato 27 videocamere di sorveglianza negli impianti nucleari. E l'Agenzia atomica internazionale (Aiea), che nelle ultime ore si era già spinta in avanti criticando Teheran per la sua mancata collaborazione, ha bollato l'ultima mossa della Repubblica islamica come un potenziale colpo letale al raggiungimento di una nuova intesa.
    Questa decisione "pone naturalmente una seria sfida alla nostra capacità di lavorare" sul posto, ha detto il direttore generale dell'Aiea Rafael Grossi. Teheran rimanda al mittente: "L'Iran finora ha avuto un'ampia cooperazione con l'Aiea, ma l'agenzia non solo è stata ingrata, ma ha considerato la buona volontà dell'Iran come un dovere", ha comunicato l'Organizzazione per l'energia atomica iraniana annunciando lo spegnimento delle telecamere e tuttavia precisando che "oltre 80 delle altre telecamere dell'Aiea continueranno a funzionare".
    Ma è il comunicato critico occidentale, il primo strappo ufficiale dal 2020, che ha mandato su tutte le furie gli iraniani: l'Iran risponderà in modo "deciso e proporzionato" alla risoluzione adottata ieri, bollata come "politica e non costruttiva", ha ammonito il ministero degli Esteri. Seguito dal presidente Ebrahim Raisi che ha fatto sapere che la Repubblica islamica "non farà il minimo passo indietro" rispetto ai richiami avanzati dall'Agenzia. Il documento, approvato da tutto il board Aiea - tranne Russia e Cina che hanno votato contro - critica Teheran soprattutto per non aver adeguatamente spiegato la presenza di tracce di uranio arricchito in tre siti in cui non aveva dichiarato attività di arricchimento.
    "L'Aiea si concentra su questioni basate su informazioni false e infondate fornite dal regime sionista", ha tuonato Teheran parlando di "documenti inventati". E dopo la visita di Grossi in Israele, gli strali sono arrivati direttamente al capo Aiea: "Nessuno può affermare di essere imparziale mentre tace sul programma segreto di armi nucleari di Israele e nel frattempo parla contro le attività nucleari pacifiche dell'Iran".
    Al di là della nube di polemiche, il timore diffuso è che se il programma nucleare iraniano procederà a briglie sciolte l'Iran potrà disporre di materiale sufficiente per produrre un ordigno, minaccia che rischierebbe di incendiare ancor di più la regione, qualunque siano le intenzioni iraniane.
    Israele ha salutato come "significativa" la risoluzione Aiea, perché "rivela la vera faccia dell'Iran". Il premier israeliano Naftali Bennett ha sottolineato che la decisione conferma che Teheran "non coopera con l'Agenzia né adempie alle sue direttive e le impedisce di svolgere la sua importante funzione e di agire contro l'attività nucleare militare". La mossa dell'Aiea, ha concluso Bennett, "è un chiaro segnale di avvertimento all'Iran: se continua le sue attività, i Paesi guida devono portare il dossier al Consiglio di Sicurezza dell'Onu". Lo Stato ebraico ha già avvertito che si riserva il "diritto all'autodifesa e all'azione nei confronti dell'Iran per bloccare il suo programma nucleare se la comunità internazionale non dovesse aver successo".
    Gli Stati Uniti provano a gettare acqua sul fuoco: "Chiediamo all'Iran di scegliere la diplomazia e la de-escalation", ha esortato il segretario di Stato americano, Antony Blinken, convinto che l'unico risultato della strada imboccata dall'Iran è quello di un "ulteriore isolamento economico e politico" di Teheran. 

Leggi l'articolo completo su ANSA.it