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Qui Pechino, da Taiwan l'affondo del senatore Usa

'La Cina deve pagare per il sostegno alla Russia'

Il senatore repubblicano Lindsey Graham con la presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen

Redazione Ansa

La Cina deve pagare un prezzo maggiore per il sostegno all'invasione della Russia ai danni dell'Ucraina: l'ultimo campanello d'allarme verso la leadership di Pechino è l'affondo del senatore americano Lindsey Graham, un falco tra i repubblicani nelle politiche contro il Dragone, assestato addirittura da Taiwan dove è in visita con una delegazione del Senato.

Durante un incontro con la presidente Tsai Ing-wen, Graham ha affermato che gli Stati Uniti "sostengono ciò che amiamo, siamo con voi: abbandonare Taiwan significherebbe abbandonare la democrazia e la libertà e ricompensare il peggio dell'umanità". Per questo, in base alla posizione ambigua finora seguita a favore del Cremlino, "inizieremo a far pagare alla Cina un prezzo maggiore per ciò che stanno facendo in tutto il mondo. Il sostegno al presidente Vladimir Putin deve avere un prezzo", ha aggiunto il senatore trumpiano su un tema che è tra i pochi in grado di mettere d'accordo l'intero Congresso.

In ogni caso, anche con l'attacco della Cina all'isola, rivendicata come parte integrante del proprio territorio, Washington non abbandonerebbe Taipei al suo destino. Alla domanda sull'invio di truppe per aiutare la difesa di Taiwan in caso di aggressione dell'Esercito popolare di liberazione (Pla), Graham ha replicato in termini chiari che "ogni opzione è sul tavolo", nel resoconto dei media locali.

"Abbiamo un esercito forte non per prendere le proprietà di altre persone, ma per proteggere la nostra libertà e la libertà del mondo", ha aggiunto in un incontro con i media. Per Pechino, che finora non ha condannato l'aggressione russa contro Kiev rifiutandosi anche di parlare esplicitamente di guerra, è un altro segnale di contrasto ai suoi piani per completare il processo di "riunificazione della Cina", in uno scenario sempre più complesso.

La vendita di armi degli Stati Uniti e le visite diplomatiche a Taipei sono via via aumentate sia sotto l'ex presidente Donald Trump sia con il suo successore Joe Biden, insieme all'attivismo di molti parlamentari di Paesi europei (attualmente è in visita anche una delegazione svedese) e di Strasburgo con l'obiettivo di rafforzare le relazioni. L'isolamento internazionale voluto dalla Cina di Taipei si sta rilevando, anche alla luce della vincenda Ucraina, un'arma sempre meno efficace.
   

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