Mondo

Ucraina: nessun rischio per la Stazione Spaziale

Riposizionata in orbita l'11 marzo con il cargo Progress 

I cosmonauti russi

Redazione Ansa

Nessun rischio in vista per la Stazione Spaziale Internazionale, ben posizionata sull'orbita prestabilita a circa 400 chilometri dalla superficie terrestre, grazie ad una manovra di routine fatta dalla navetta cargo russa Progress. Nessun timore che possa precipitare. La novità è nel fatto che anche questo avamposto dell'uomo nello spazio è diventato oggetto della battaglia sulle sanzioni, nonché dell'ennesima battaglia mediatica a colpi di fake news. All'inizio della guerra sembrava che la grande casa-laboratorio nata dalla collaborazione fra Stati Uniti, Russia, Europa, Canada e Giappone, potesse rimanere un luogo di pace, ma questo adesso sembra ogni giorno più difficile. A paventare il rischio di una Stazione Spaziale in caduta libera verso la Terra è stato Dmitry Rogozin, direttore generale dell'Agenzia spaziale russa Roscosmos, dicendo che a causa delle sanzioni, la Russia non avrebbe più potuto assicurare l'arrivo delle navette cargo Progress, che alla stazione orbitale consegnano periodicamente materiali e rifornimenti e che, inoltre, hanno il compito fondamentale di accendere periodicamente i loro motori per mantenere la Stazione Spaziale sulla sua orbita corretta. Si tratta di una manovra di routine, necessaria per contrastare il fenomeno del decadimento orbitale, ossia la tendenza dell'orbita della Stazione Spaziale a spostarsi verso il basso.

Una manovra, ha scritto in un tweet l'esperto di meccanica celeste Jonathan Mc Dowell, che è stata eseguita l'11 marzo. Il comando è arrivato dal Centro di controllo russo TsUP e il motore del cargo Progress MS-18 (79-P per la Nasa) si è acceso per 6 minuti, consentendo di riportare la Stazione Spaziale sull'orbita corretta. E' una manovra di routine, che si esegue generalmente ogni due o tre mesi e che era importante venisse fatta adesso, in vista dell'arrivo di una Soyuz con tre cosmonauti previsto il 18 marzo, e la partenza di un'altra Soyuz pianificata per il 30 marzo. Attualmente il veicolo russo è l'unico a compiere questa manovra ed è questo il motivo per cui, il primo marzo scorso, la responsabile del Volo umano della Nasa, Kathy Lueders, aveva detto che l'agenzia spaziale americana stava considerando la possibilità di utilizzare a questo scopo le sua navette cargo Cygnus: sarebbe, aveva aggiunto,un primo passo verso un'eventuale indipendenza dalla Russia, nel caso questo Paese decidesse di abbandonare le attività a bordo della Stazione Spaziale. Il 3 marzo ha cominciato anche a incrinarsi l'armonia a bordo della Stazione Spaziale, dopo che Rogozin, ha annunciato la fine della collaborazione scientifica con l'agenzia spaziale tedesca Dlr in seguito alle sanzioni tedesche contro la Russia. Vale a dire che, fra gli oltre 200 esperimenti in corso sulla stazione orbitale, i cosmonauti non seguiranno più quelli tedeschi. Difficile prevedere come potrà evolvere la situazione. Indizi importanti potranno venire da due eventi in programma nei prossimi giorni: il primo è l'arrivo a bordo di altri tre cosmonauti previsto il 18 marzo; l'altro è il rientro della Soyuz, che oltre ai russi Anton Shaplerov e Petr Dubrov, dovrebbe riportare a Terra l'americano Mark Vande Hei.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it