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"Spieghiamo come sopravvivere", la tv ucraina in tempo di guerra

L'emittente pubblica spiega come fare in caso di bombardamenti

Redazione Ansa

Nessun intrattenimento, nessun film, solo notizie. "Forniamo istruzioni per la sopravvivenza. Spieghiamo alle persone cosa dovrebbero fare se le loro case vengono bombardate e informiamo le persone sulla loro sicurezza personale" dice Mykola Chernotytskyi capo del consiglio di amministrazione della tv pubblica ucraina, la UA:PBC in un'intervista all'Ebu, l'unione delle tv pubbliche europee. La resistenza all'invasione russa è anche dal fronte media: UA:PBC ha 27 canali regionali ora unificati, 36 siti web, 100 pagine di social media. "Abbiamo anche rafforzato il nostro canale Telegram. È molto popolare in Ucraina. Offre informazioni molto succinte e brevi ed è molto utile. Puoi leggere molto velocemente cosa succede". Chernotytskyi racconta che ci sono due giovani a lavorare per il digitale da Kiev "e non vogliono essere evacuati e continueranno a lavorare da lì". 4.500 persone lavorano per la Rai dell'Ucraina, tanti da casa perché è troppo pericoloso per loro andare in ufficio. Soprattutto le persone che sono a Kharkiv e Chernihiv. "La gente a Kharkiv deve andare costantemente nei rifugi antiaerei. Alcuni di loro hanno organizzato WIFI e Internet in modo da poter lavorare anche dai rifugi. Abbiamo trasferito il nostro quartier generale nell'Ucraina occidentale e viviamo e lavoriamo insieme a Leopoli. Ci stiamo riorganizzando continuamente ed è un processo continuo", spiega.

    Le trasmissioni attualmente sono via satellite, digitale e radio. "Tre o quattro giorni fa, i russi hanno cercato di bloccare il nostro satellite e abbiamo dovuto usare la riserva.

    A Kherson, i russi hanno attaccato la torre della TV e cambiato il canale multiplex digitale in un canale russo. E la scorsa settimana i russi hanno bombardato la torre che si trova vicino al nostro ufficio a Kiev, causando un'interruzione di due ore nei nostri programmi ma, da allora, la società di trasmissione tecnica è riuscita a ripristinare le nostre trasmissioni. La situazione con la radio è simile perché utilizziamo le stesse torri per il segnale radio".

    Chernotytskyi racconta anche che il segnale radio viene volontariamente ritrasmesso in Romania, Polonia e altrove, "lo apprezziamo molto". La TVP polacca prende "i nostri materiali e li ritrasmette. Sono stati i primi a prendere il nostro segnale e trasmetterlo, seguiti da RTVSLO in Slovenia e LRT in Lituania. TVP ci ha anche offerto uno dei loro studi se vogliamo trasmettere da lì. Spero che presto torneremo a Kiev. Tutti noi vogliamo tornare a Kiev e iniziare a trasmettere da Kiev". 
   

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