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Missili, armi e equipaggiamenti: quali aiuti militari dell'Italia all'Ucraina

Ok del Cdm, per tutto il 2022. Ma prima serve il sì delle Camere

Redazione Ansa

   Sì del governo all'invio di armi dall'Italia all'Ucraina. Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera all'unanimità a un decreto che prevede, tra l'altro, di cedere mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità di Kiev. Prima però servirà anche l'ok del Parlamento. Il provvedimento approvato, spiega Palazzo Chigi, contiene infatti una "norma abilitante che, dopo una preventiva risoluzione delle Camere, consente al ministro della Difesa di adottare un decreto interministeriale per la cessione" del materiale. E' nel decreto - o nei decreti - del ministero, di concerto con la Farnesina e con il Mef, che sarà definito l'elenco degli equipaggiamenti. Per tutto questo è prevista una "deroga specifica ad alcune disposizioni vigenti". L'invio potrà avvenire fino al 31 dicembre.

    A quanto trapela, le armi che l'Italia dovrebbe mandare in Ucraina sarebbero sistemi anticarro e antiaereo, mitragliatrici leggere e pesanti e mortai. Si tratta di strumenti, secondo gli esperti militari, particolarmente utili proprio in un contesto di conflitto 'urbano' e di resistenza, dove è necessario avere a disposizione armi di facile trasporto e utilizzo. E' il caso per esempio dei missili anticarro o degli 'Stinger' antiaerei a infrarossi: sono maneggevoli, entrano nel bagagliaio di un'auto e soprattutto non sono molto difficili da usare. Anche un civile, con un addestramento ragionevole, può imparare a utilizzarli con efficacia. Il numero degli anticarro e degli 'Stinger' dovrebbe essere nell'ordine delle centinaia. Migliaia dovrebbero essere invece le mitragliatrici pesanti Browning o le più leggere Mg pronte a finire nelle mani di militari e patrioti ucraini.

    Aiuti, quelli decisi oggi, che vanno ad aggiungersi a quelli già deliberati venerdì scorso, quando Palazzo Chigi aveva approvato un altro decreto che stanziava 174 milioni di euro tra il 2022 e il 2023 per il potenziamento della presenza militare a Est, e che prevedono il rafforzamento delle tre missioni già in atto, quella in Romania, la 'Baltic Guardian' in Lettonia e quella nel Mediterraneo Orientale. Quel provvedimento mobilitava 1.350 militari subito fino al 30 settembre, e altri 2.000 per eventuali esigenze di rinforzi o per dare il cambio ai primi soldati. Riguardo alla Romania, sono decollati ieri dalla base di Gioia del Colle (Bari) quattro Eurofighter che vanno a raddoppiare il numero di quelli già presenti nell'area. In Lituania invece saranno protagonisti gli alpini, mobilitati assieme agli altri corpi italiani di alta prontezza e specializzazione, come parà, incursori e lagunari.

    Non solo: grazie a uno stanziamento di 12 milioni saranno inviati a Kiev anche "equipaggiamenti per la protezione individuale e della popolazione civile". Si tratta di elmetti e giubbotti antiproiettile ma anche dispositivi per individuare mine e altri ordigni esplosivi. Altri 3 milioni inoltre sono già stati stanziati per le iniziative di protezione civile: verranno inviate 200 tende da campo per un totale di mille posti letto.   

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