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Ucraina: telefonata Draghi-Putin, impegno per soluzione crisi

Il premier sottolinea l'importanza della de-escalation delle tensioni

Redazione Ansa

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha avuto una conversazione telefonica con il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin. Al centro dei colloqui vi sono stati gli ultimi sviluppi della crisi ucraina e le relazioni bilaterali. Il Presidente Draghi ha sottolineato l'importanza di adoperarsi per una de-escalation delle tensioni alla luce delle gravi conseguenze che avrebbe un inasprimento della crisi. Sono stati concordati un impegno comune per una soluzione sostenibile e durevole della crisi e l'esigenza di ricostruire un clima di fiducia.

Nella telefonata con il premier Draghi, il presidente russo Putin ha confermato l'intenzione di Mosca di "continuare a sostenere stabili forniture di gas all'Italia". E' quanto afferma il Cremlino, citato dalla Tass.

Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato di sperare che Mosca e l'Occidente trovino una soluzione alla crisi attorno all'Ucraina. Lo riporta l'Afp. "Spero che alla fine troveremo questa soluzione, anche se non sarà semplice", ha affermato Putin.

Nelle loro risposte, gli Usa hanno "ignorato questioni fondamentali" sulle garanzie di sicurezza chieste dalla Russia. Lo ha affermato il presidente russo Vladimir Putin, citato dalla Tass.

Mosca non si tirerà indietro di fronte alle minacce di sanzioni statunitensi sulla crisi ucraina: lo ha reso noto oggi l'ambasciata russa a Washington prima dell'atteso colloquio telefonico tra il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov e il segretario di Stato Usa Antony Blinken. "Non ci tireremo indietro e staremo sull'attenti, ascoltando le minacce delle sanzioni statunitensi", ha scritto l'ambasciata su Facebook, aggiungendo che "è Washington, non Mosca, a generare tensioni".

Un attacco della Russia contro l'Ucraina sarebbe "un disastro politico, umanitario e militare". Lo ha detto il primo ministro britannico Boris Johnson in una conferenza stampa a Kiev col presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La presenza di truppe russe vicino all'Ucraina è un "pericolo chiaro e presente". Lo ha detto il premier britannico Boris Johnson in una conferenza stampa a Kiev. "Vediamo un gran numero di truppe ammassate, vediamo i preparativi per tutti i tipi di operazioni coerenti con un'imminente campagna militare", ha aggiunto il primo ministro inglese

Nella telefonata con il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov, il segretario di stato Usa Antony Blinken ha sollecitato Mosca "a perseguire la via diplomatica", chiedendo "una immediata de-escalation russa e il ritiro delle truppe e dell 'equipaggiamento militare dai confini ucraini" e ammonendo che "una ulteriore invasione dell'Ucraina avra' conseguenze rapide e severe". Lo riferisce il dipartimento di stato Usa.

Serghei Lavrov "non ha fornito alcuna indicazione" di piani imminenti per una de-escalation in Ucraina. Lo riferiscono fonti Usa dopo il colloquio telefonico tra il ministro degli Esteri russo e il segretario di Stato americano Antony Blinken. Secondo le fonti il prossimo passo sarà la consegna da parte della Russia di una "risposta formale" convalidata dal presidente Vladimir Putin alla lettera inviata la scorsa settimana da Washington.

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