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La Polonia fa marcia indietro. 'Un'iperbole le parole del premier'

Intervista al Financial Times, se Bruxelles scatena la terza guerra mondiale sullo stato di diritto. L'Ue: Non c'è posto per la retorica di guerra nelle relazioni tra gli Stati membri

Redazione Ansa

Varsavia fa marcia indietro. Le espressioni utilizzate dal premier polacco Mateusz Morawiecki nell'intervista al Financial Times, e in particolare il riferimento a una "terza guerra mondiale" che la Commissione Ue potrebbe avviare sul tema dello stato di diritto, non sono altro che "un'iperbole, una figura retorica che viene utilizzata in varie situazioni e non va presa alla lettera". A precisarlo è Piotr Muller, il portavoce del primo ministro polacco, in una conferenza stampa.

"Non trarrei le stesse conclusioni che l'opposizione sta cercando di trarre oggi", aggiunge il portavoce, spiegando che "è improprio utilizzare queste parole facendo credere che siamo a rischio di una guerra". Le dichiarazioni di Morawiecki sono state aspramente criticate da alcuni esponenti dell'opposizione tra cui Donald Tusk, presidente del Partito popolare europeo (Ppe), che in un tweet ha commentato: "In politica la stupidità è causa delle più gravi disgrazie".

Se la Commissione Ue "avvierà la terza guerra mondiale" sul tema del rispetto dello stato di diritto, ci difenderemo "con tutte le armi a nostra disposizione", aveva detto il premier polacco, Mateusz Morawiecki in un'intervista al Financial Times, alla domanda se la Polonia fosse pronta a porre il veto a decisioni critiche su una legislazione come il pacchetto climatico dell'Ue. "Se qualcuno ci attaccherà in modo assolutamente ingiusto - aveva aggiunto - ci difenderemo in ogni modo possibile. Riteniamo che questo sia già un approccio discriminatorio e un diktat" di Bruxelles. "Ma se peggiorerà, dovremo pensare alla nostra strategia". 

"L'Unione europea è un progetto che ha contribuito con grande successo a stabilire una pace duratura tra i suoi Stati membri. Non c'è posto per la retorica di guerra nelle relazioni tra gli Stati membri o tra gli Stati membri e le istituzioni", aveva affermato il portavoce della Commissione europea, Eric Mamer, ad una domanda sulle dichiarazioni del premier polacco, Mateusz Morawiecki, nell'intervista al Financial Times. Quanto al Piano per il Recovery polacco Mamer aveva spiegato che "i contatti" tra Bruxelles e Varsavia sono costanti. Non c'è una nuova scadenza ma le discussioni proseguono".   

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