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Lasciò morire bimba di sete, 10 anni a tedesca dell'Isis

La piccola yazida di 5 anni incatenata sotto il sole dal marito

Curdi e yazidi ad una manifestazione di protesta in Germania contro l'invasione dell'Iraq da parte dell'Isis, archivio agosto 2014

Redazione Ansa

È un processo che ha "qualcosa di storico", ha ammesso perfino l'avvocato di Jennifer W., sposa dell'Isis rientrata in Germania dall'Iraq e condannata dalla Corte di appello di Monaco a 10 anni di carcere per crimini contro l'umanità.
    Sei anni fa l'imputata non fece nulla, secondo chi ha emesso la condanna, per salvare una bimba della minoranza yazida di 5 anni, incatenata al sole in pieno giorno e lasciata morire di sete dal suo ex marito, alla sbarra in un altro processo a Francoforte. I magistrati sono convinti che Jennifer W. abbia anche minacciato la madre, che veniva sfruttata come schiava dalla coppia, di ucciderla sparandole se non avesse smesso di piangere la sua piccola. Eppure con questo passato alle spalle, la donna è rimasta sconvolta dalla sentenza e ha subito cercato con gli occhi il suo avvocato in cerca di conforto, prima di mettere la testa fra le mani.

    La donna è stata dichiarata colpevole di appartenenza a un'associazione terroristica all'estero, collaborazione in tentato omicidio, tentati crimini di guerra e messa in schiavitù con la conseguenza di una morte. E considerando che rischiava fino all'ergastolo, per il suo difensore la sentenza è stato addirittura un "successo". All'epoca dei fatti aveva 30 anni. E oggi in aula, nelle ultime file, c'era anche la madre della bambina, che si è costituita come parte civile. L'imputata "avrebbe dovuto immaginare che sotto il sole la bimba avrebbe rischiato di morire" ma non ha fatto nulla per aiutarla pur "potendolo" fare, ha sillabato il giudice Joachim Baier. 

Il processo, iniziato nell'aprile 2019, fece un certo clamore, anche per il ruolo di Amal Clooney che ha rappresentato la madre della bambina, pur senza mai comparire in aula.

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