Mondo

Tokyo: transgender Hubbard pronta ai Giochi, ma sport diviso

Pesista neozelandese qualificata, ci sono nuove norme Cio

Redazione Ansa

Dieci 'nanomoli' di testosterone per ogni litro di sangue. E' questo la soglia dei diritti sportivi per tutti i transgender del mondo, e Laurel Hubbard li sta rispettando, aprendo la strada a una piccola rivoluzione alle Olimpiadi, oltre che alle inevitabili divisioni del mondo dello sport.

Anche i transgender potranno partecipare alle Olimpiadi di Tokyo in base alle nuove regole del Cio, intervenuto a suo tempo per evitare nuovi dubbi e polemiche, dopo quelle per le prestazioni e le vittorie della mezzofondista sudafricana Caster Semenya, accusata dalle rivali di essere un uomo e in realtà affetta da iperandroginia.

Ad aprire di fatto la strada che porta ai Giochi potrebbe essere però la storia della sollevatrice di pesi neozelandese Laurel Hubbard pronta a diventare la prima atleta transgender a competere ufficialmente alle Olimpiadi: la 43enne, nata di sesso maschile ma passata a quello femminile sulla trentina dopo diverse vittorie tra gli uomini, provocò le proteste delle rivali alla sua prima medaglia mondiale tra le sollevatrici donne, nel 2017, ed è ora sul punto di staccare ufficialmente il pass per i Giochi, in base alle nuove regole del coronavirus. Una mossa che riaccenderà il dibattito tra favorevoli e contrari, e non per la disputa sui diritti sociali.

Hubbard, che in passato ha gareggiato anche nelle competizioni maschili, è diventata idonea a competere nel sollevamento pesi femminile dopo aver mostrato livelli di testosterone al di sotto della soglia richiesta dal Comitato Olimpico Internazionale (10 nanomoli per litro, da confermare nei 12 mesi precedenti i Giochi). L'atleta è già stata la prima transgender a partecipare in Australia ai Giochi del Commonwealth a Gold Coast nel 2018, quando ha dovuto ritirarsi dopo aver subito un infortunio al gomito che ha quasi messo fine alla sua carriera. La squadra neozelandese deve ancora essere ufficializzata, ma i dirigenti della federazione mondiale hanno confermato al Guardian che Hubbard, n. 16 del ranking mondiale, al momento è in grado di soddisfare i nuovi criteri di qualificazione che sono stati semplificati dalla Federazione internazionale di sollevamento pesi a causa della pandemia Covid-19. 

Leggi l'articolo completo su ANSA.it