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Militari ai manifestanti in Birmania: 'Rischiate di morire'

Nuove proteste contro il golpe sono previste anche per oggi. L'Unione Europea è pronta ad adottare misure restrittive nei confronti dei diretti responsabili

Redazione Ansa

La giunta militare birmana ha inasprito i toni, dopo un fine settimana di sanguinose violenze, avvertendo i manifestanti che rischieranno la morte. Cosa che non ha scoraggiato tuttavia migliaia di persone dallo scendere in piazza anche oggi.

"I manifestanti stanno esortando le persone, in particolare adolescenti e giovani esaltati, a intraprendere la strada dello scontro, in cui periranno", recita un comunicato in birmano letto ieri sera sul canale pubblico Mrtv e sottotitolato in inglese. Il testo mette in guardia i manifestanti contro la tentazione di incitare la popolazione alla "rivolta e all'anarchia".

Il relatore speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani in Birmania, Tom Andrews, si è detto profondamente preoccupato per queste minacce. "Avvertimento alla giunta: a differenza del 1988, le azioni delle forze di sicurezza vengono registrate e ne dovrete rendere conto", ha detto su Twitter. 

"Gli Stati Uniti continueranno ad agire in modo fermo contro coloro che usano violenza contro la popolazione della Birmania mentre continuano a chiedere il ripristino del governo democraticamente eletto. Siamo a fianco della popolazione birmana". Lo twitta il segretario di Stato americano, Anthony Blinken.

I militari al potere in Birmania rilascino subito la leader democraticamente eletta Aung San Suu Kyi e si "facciano da parte": lo chiede il ministro degli Esteri del Regno Unito, Dominic Raab, secondo un'anticipazione della Bbc su quanto intende dichiarare nel suo discorso al Consiglio dell'Onu per i Diritti Umani, in programma oggi a Ginevra. In caso contrario, aggiunge Raab, "prenderemo ulteriori provvedimenti, di concerto con i nostri partner, contro coloro che schiacciano la democrazia e soffocano il dissenso". Raab, riporta Bbc - dichiarerà inoltre che sparare contro pacifici dimostranti è "inaccettabile".

"In risposta al colpo di stato militare" in Birmania, "l'Unione Europea è pronta ad adottare misure restrittive nei confronti dei diretti responsabili". Si legge nelle conclusioni adottate dal consiglio Esteri Ue. "L'Unione europea cercherà di evitare misure che potrebbero avere ripercussioni negative sulla popolazione della Birmania, soprattutto sui più vulnerabili. Il Consiglio invita l'Alto rappresentante e la Commissione europea a sviluppare proposte adeguate al riguardo", si spiega nel documento

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