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Migranti: timori per repressione carovana in Guatemala

Respinti con la forza migliaia di honduregni in marcia verso Usa

Redazione Ansa

La Procura dei diritti umani (Pdh) del Guatemala ha manifestato preoccupazione per "l'uso della forza da parte dell'esercito e della polizia nazionale" al chilometro 177 del cammino all'Atlantico, "causando il ferimento di vari migranti". Molte migliaia di migranti partiti venerdì da San Pedro Sula, in Honduras, ed entrati con la forza in Guatemala attraverso la frontiera di El Corinto, si sono scontrati ieri con agenti di polizia e soldati guatemaltechi che sono riusciti per il momento a fermarne i propositi di avanzare verso la frontiera con il Messico, e raggiungere poi gli Stati Uniti.

Le associazioni per la difesa dei diritti umani hanno postato nelle reti sociali video in cui si vede la marea umana di migranti - fra 6.000 e 9.000 secondo le fonti - cercare di forzare un folto sbarramento di membri delle forze di sicurezza a Chiquimula, riuscendovi all'inizio, ma battendo poi in ritirata. A differenza della strategia applicata sabato quando avevano cercato di impedire senza armi ai migranti di attraversare il confine, ieri gli agenti hanno fatto ampio uso di sfollagente, gas lacrimogeni e granate assordanti.

Dal 2018 almeno 12 carovane hanno cercato, quasi sempre senza fortuna, di raggiungere il confine fra Messico e Usa. La prima iniziativa di questo genere del 2021 è forse la più numerosa, ed stata organizzata sulla base di storiche motivazioni che fanno dell'Honduras uno dei Paesi più poveri d'America latina.

Intervistati dai media, i migranti hanno giustificato la loro intenzione di partire per la grave disoccupazione esistente, l'azione violenta delle 'maras' (bande malavitose giovanili), la distruzione dei raccolti lo scorso anno causata dagli uragani Eta e Iota, e infine anche per la pandemia da coronavirus che ha ulteriormente paralizzato l'economia honduregna.
   

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