Medio Oriente

Ambasciatori europei in Egitto incontrano ong di Zaki

Al Cairo per discutere di difesa dei diritti umani

Redazione Ansa

Ambasciatori di diversi Paesi europei, tra cui l'Ambasciatore d'Italia Giampaolo Cantini, hanno incontrato al Cairo esponenti di un'organizzazione non-governativa egiziana per la difesa dei diritti umani, Eipr.
    L'incontro, avvenuto la settimana scorsa, è stato segnalato nelle ultime ore su Twitter e Facebook dalla stessa "Iniziativa egiziana per i diritti della persona" (Eipr), l'ong per la quale è stato ricercatore in studi di genere Patrick Zaki, lo studente dell'università di Bologna in custodia cautelare da febbraio, in Egitto, con l'accusa di propaganda sovversiva.
    "Nell'incontro si è discusso di questioni di diritti umani e dei modi per sostenere il miglioramento dei diritti umani in Egitto e a livello globale", riferisce un tweet.
    L'incontro assume particolare rilievo in quanto le ong in Egitto sono da anni sotto pressione per via di una legislazione restrittiva che mira ad evitare che il loro operato aiuti più o meno direttamente forze radicali e avverse al governo.
    Eipr e' comunque un'associazione riconosciuta che opera alla luce del sole, in piena trasparenza, e non e' mai stata messa fuori legge.
    Oltre all'Ambasciatore d'Italia a Cairo, hanno partecipato all'incontro anche gli ambasciatori di Germania, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Olanda, Spagna e Svizzera e gli incaricati di affari di Canada, Norvegia e Svezia; il vice-ambasciatore della Gran Bretagna e rappresentanti della Commissione europea al Cairo, riferisce un altro tweet, precisando che la riunione si e' svolta martedì 3 novembre.
    Secondo quanto si apprende al Cairo, nell'occasione e' stato discusso, su iniziativa dell'Ambasciatore italiano, anche il caso di Zaki.
    I paesi europei, tra cui l'Italia, e altri occidentali, dimostrano da tempo attenzione alle ong impegnate nella difesa dei diritti umani in Egitto, come dimostrato da un incontro di diplomatici di quei Paesi con l'Anhri, Arabic network for human rights information, nel febbraio scorso, poco prima che il Covid ostacolasse per mesi simili riunioni.
   

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