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Coronavirus, Unicef: metà studenti del mondo senza scuola

Istruzione preclusa per 872 milioni di bambini di 51 Paesi

Redazione Ansa

Circa 872 milioni di bambini in età scolare di 51 Paesi - ovvero la metà della popolazione studentesca mondiale - non sono ancora in grado di tornare a scuola a causa del coronavirus. E' l'allarme lanciato dal direttore esecutivo dell'Unicef, Henrietta Fore, che sottolinea il persistere dell'emergenza, anche se al culmine della pandemia, ha sottolineato, a chiudere i battenti erano state le scuole di 192 Paesi, per un totale di 1,6 miliardi di studenti.
    Oggi, un Paese su 4 non ha ancora fissato una data per la riapertura.
    "Milioni di questi bambini hanno avuto la fortuna di continuare a studiare a distanza tramite la radio, tv o Internet. Tuttavia, i dati Unicef ;;mostrano che per almeno 463 milioni non c'è stata questa possibilità", ha detto Fore a un briefing dell'Oms sull'impatto del coronavirus sui bambini.

L'India ha superato oggi la soglia dei cinque milioni di casi di coronavirus, secondo i dati del Ministero della Salute indiano, con la pandemia che si diffonde a un ritmo sempre più rapido in tutto il paese asiatico. La seconda nazione più popolosa del pianeta, che ha registrato un milione di nuovi contagi in soli undici giorni, registra ora 5,02 milioni di casi, subito dietro gli Stati Uniti che ne hanno 6,6 milioni. 

 Nuovo record di contagi in Israele: nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della sanità, sono stati 5.523 a fronte di un aumento dei tamponi arrivati a 55.734 test. Il tasso di infezione si attesta al 9.9%. I casi attivi sono ad ora 42.862 con 535 pazienti gravi e, di questi, 138 in ventilazione. Le vittime restano a 1.147. Oggi ultimo giorno di scuola, come ha stabilito il governo mentre dalle 14 di venerdì scatterà il lockdown nazionale di 3 settimane.
   
   Forte incremento dei contagi in Slovenia, dove nelle ultime 24 ore i casi di coronavirus sono stati 123, nuovo record giornaliero da inizio epidemia. Evidentemente a ciò contribuisce il progressivo aumento del numero dei test effettuati, che da ieri sono stati 3.123. Il totale dei casi positivi è finora di 3.945, mentre il numero dei decessi è fermo a 135, da un paio di settimane non si registrano vittime per il covid-19. I pazienti in ospedale sono ad oggi 61, 11 dei quali in terapia intensiva.

La regione di Madrid, una delle più colpite dal coronavirus in Spagna, introdurrà da venerdì lockdown mirati e altre restrizioni alla circolazione nelle aree con un numero elevato di casi. Lo hanno annunciato le autorità locali, secondo quanto riportato dai media spagnoli. "Stiamo adottando misure ma non è sufficiente. Niente funzionerà se non siamo responsabili. C'è stato un rilassamento dei comportamenti che non possiamo permetterci", ha avvertito Antonio Zapatero, il capo della squadra anti-Covid di Madrid. Le autorità della capitale spagnola sperano di iniziare a utilizzare test rapidi dalla prossima settimana. Da quando sono state revocate le restrizioni alla circolazione e sono iniziati i test di massa alla fine di giugno, i contagi di coronavirus sono aumentati in Spagna da poche centinaia a migliaia al giorno, superando altre nazioni europee duramente colpite come il Regno Unito, l'Italia o la Francia. Il numero totale di casi nel Paese è al momento di 603.167, il più alto dell'Europa occidentale, mentre il numero di morti ha superato i 30.000.

Appare senza freni l'impennata di contagi da coronavirus a Malta. La sovrintendente per la salute pubblica, Charmaine Gauci, per la prima volta ha parlato di "situazione grave" secondo quanto riportato dal Times of Malta perché il virus è entrato in alcune case per anziani, ma soprattutto sono sempre di più i 'casi isolati', segno che il contenimento non funziona. Nelle ultime 24 ore è stato toccato un nuovo record assoluto, con 106 positivi su 2.470 test in una popolazione di appena mezzo milione di abitanti (1/120 dell'Italia). I due principali sindacati degli insegnati (Mtu e Upe) hanno chiesto il rinvio della riapertura fisica delle scuole prevista per il 28 settembre e minacciano scioperi. Gauci ha affermato che il governo valuterà la situazione. Ma fortemente critico è anche il leader dell' Unione medici, Martin Balzan: "Non riesco a capire perché non sia stato ancora dichiarato lo stato di emergenza. La cosa più preoccupante è che il Covid-19 è nelle case per anziani: il tasso di morti può aumentare e gli ospedali potrebbero presto essere travolti". Attualmente sono 591 i 'casi attivi' sull'arcipelago.

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