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Coronavirus, primi casi nelle scuole di Berlino, una richiude

Sette istituti in quattro quartieri registrano contagi. Secondo l'Afp i morti nerl mondo avrebbero superato quota 750mila, di cui 200mila negli Usa

Coronavirus: primi casi in scuole Berlino,una richiude

Redazione Ansa

 L'anno scolastico è ricominciato lunedì scorso, e nel giro di meno di una settimana sono già diversi i contagi da Coronavirus, segnalati negli istituti di Berlino: c'è anche il caso di una prima scuola che ha deciso di richiudere i battenti. È la Berliner Zeitung, uno dei tabloid della capitale, a elencare le sette scuole (in quattro quartieri) in cui si sono registrati i casi (singoli a quanto si sa per ora) di infezione. Gli istituti hanno reagito per lo più mettendo gruppi di studenti o classi in quarantena.Intanto, proprio oggi in cancelleria, Angela Merkel incontra la leader dell'SPD Saskia Esken e diversi ministri dell'Istruzione dei Laender, per fare il punto della situazione. La gestione del settore fa capo alle regioni, e nella città-Stato di Berlino il senato locale ha deciso di far ripartire le lezioni, abolendo perfino la regola del distanziamento in aula. Gli scolari sono tenuti però a portare la mascherina negli edifici scolatici (ma non seduti ai banchi). La disinvoltura della politica locale ha sollevato pareri discordanti e polemiche. Il sindacato del settore GEW ha fatto presente che sarebbe stato meglio ripartire alternando lezioni in presenza e online, mantenendo la divisione in gruppi, come accadeva nel mese di giugno. In Germania, il Covid ha ricominciato a diffondersi in modo preoccupante, con oltre mille casi nuovi di infezione al giorno: oggi sono 1445, stando ai dati del Robert Koch Institut; mentre a Berlino sono stati riportati 125 positivi in più, rispetto al giorno precedente. 

E mentre l'AFP segnala che ha superato la soglia dei 750 mila il bilancio dei morti per coronavirus nel mondo, 200.000, ben oltre i 166.038 conteggiati dalla Johns Hopkins University sarebbero nei soli Stati Uniti.  A fare i conti e' il New York Times, secondo il quale molti stati sono indietro di settimane se non di mesi nel riportare il numero dei morti.


   

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