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Kazakistan, da lunedì torna il lockdown. E nelle farmacie mancano medicine

La scelta, difficile, è stata presa dopo che i numeri dei nuovi contagi sono cresciuti in modo stabile nel corso di giugno

Redazione Ansa

Il Kazakistan torna in quarantena.  La scelta, difficile, è stata presa dopo che i numeri dei nuovi contagi sono cresciuti in modo stabile nel corso di giugno (circa 1.500 al giorno) e il sistema sanitario ha iniziato a mostrare segnali di crisi. Così il premier Askar Mamin ha disposto una nuova serrata, di due settimane, a partire dal 5 luglio. Il Paese d'altra parte era scosso da un'ondata di panico e nelle farmacie sono letteralmente scomparsi i farmaci antivirali e antipiretici. Ecco allora che il servizio di autobus tra le regioni sarà sospeso, il trasporto pubblico limitato nel tempo, sarà introdotto il divieto di organizzare spettacoli, eventi sportivi e altri eventi pubblici e le autorità limiteranno la circolazione delle persone lungo strade, parchi e piazze.

Inoltre saranno temporaneamente vietate le attività di saloni di bellezza, parrucchieri, palestre, centri fitness, piscine, mercati coperti, strutture culturali, centri d'intrattenimento e strutture religiose. Mamin ha detto che, a seconda dell'ulteriore sviluppo della situazione, queste misure restrittive possono essere prorogate per due settimane o addirittura inasprite. Il governo poi ha introdotto un sistema a punti (da 1 a 6) per decidere quali attività economiche possono continuare a lavorare, sulla base di criteri chiari e verificati (fino a 4 si può, con 5 e 6 si deve abbassare la serranda).

"È un sistema migliore", ha commentato l'Autorità per l'imprenditoria. "Almeno c'è una logica, rispetto al tutto vietato, e si possono fare delle previsioni". Resta però l'amara realtà di un secondo lockdown. Il presidente Kassym-Zhomart Tokayev ha dunque licenziato il ministro della Sanità Yelzhan Birtanov e ha tirato le orecchie a una sfilza di alti funzionari. "Serve un approccio diverso, anti-crisi, non organizzare convegni e forum", ha tuonato. Il nuovo ministro, Alexei Tsoi, ha dunque elaborato la nuova strategia di contenimento. Senza misure restrittive, ha detto, entro la fine di agosto 27.000 persone al giorno avrebbero avuto bisogno di essere ricoverate (su una popolazione di circa 18 milioni di persone). Tutto da rifare, insomma. 

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