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In Usa 20 mila nuovi casi, si teme nuova ondata virus

In 19 Stati la media è cresciuta nell'ultima settimana

Redazione Ansa

Il coronavirus non si ferma in Usa: ieri sono stati riportati quasi 20 mila nuovi casi, secondo i dati della Johns Hopkins University, per un totale ora di 1.852.561 contagiati e oltre 107 mila morti. Nell'ultima settimana 19 Stati su 50 hanno una media di nuovi casi superiore a quella della settimana precedente. E le autorità ammoniscono che le proteste di massa per la morte di George Floyd potrebbero causare una seconda ondata di contagi.

Il numero di casi di coronavirus nel mondo ha superato la soglia dei 6,5 milioni: è quanto emerge dal conteggio aggiornato dell'università americana Johns Hopkins. I dati pubblicati dall'ateneo indicano ad oggi un bilancio di 6.511.696 contagi accertati, inclusi 386.073 decessi. Finora nel mondo sono guarite 2.807.420 persone.

Cresce in modo sostenuto la pandemia da coronavirus in America Latina dove nelle ultime 24 ore i contagi hanno raggiunto quota 1.136.034 (+46.555) ed i morti sono stati 56.426 (+2.195). E' quanto emerge oggi da una statistica elaborata dall'ANSA sulla base dei dati di 34 Nazioni e territori latinoamericani.
    In testa alla classifica è sempre il Brasile che ha accumulato 584.016 contagiati (+46.555), ossia la metà di quelli esistenti in tutta la regione, e 32.548 morti (+2.195). In seconda posizione, anche se distante, il Perù con 178.914 contagi e 4.894 morti, seguito dal Cile (113.628 e 1.275).
    Fra le nazioni con più di 5.000 contagi si posizionano poi Messico (97.326 e 10.637), Ecuador (40.966 e 3.486), Colombia (33.354 e 1.045), Repubblica Dominicana (18.040 e 516), Argentina (19.268 e 583), Panama (14.095 e 352), Bolivia (10.991 e 376), Guatemala (5.586 e 123) e Honduras (5.527 e 225).
    

Intanto re dei quattro autori dello studio pubblicato dalla rivista scientifica Lancet che aveva sollevato timori sull'impiego della idroclorochina nella cura del covid-19 hanno ritirato la loro partecipazione allo studio perché, hanno detto, "non possiamo più garantire la veridicità delle fonti". Lo rende noto Lancet. Il quarto autore, Sapan Desai, responsabile dell'azienda Surgisphere che ha fornito i dati, non ha invece ritrattato. Pubblicato il 22 maggio, lo studio aveva concluso che l'idrossiclorochina non solo non avesse effetti benefici, ma potesse essere dannosa.

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