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Siria: appello Oxfam, ridistribuire profughi tra i Paesi Ue

'Ue garantisca sicurezza e protezione di chi ha perso tutto'

L'emergenza a Lesbo - Ufficio stampa Oxfam Italia

Redazione Ansa

La vita di migliaia di siriani in fuga da guerra e persecuzioni continua ad essere usata come merce di scambio di un assurdo gioco delle parti, in cui Unione Europea e Grecia per primi, senza nessuna giustificazione, non vogliono assumersi le proprie responsabilità: è la denuncia diffusa oggi da Oxfam, di fronte a quanto sta avvenendo al confine greco-turco.
    "Non esiste alcuna giustificazione per la decisione di lasciare migliaia di uomini, donne e bambini in fuga da un conflitto atroce, che in quasi nove anni ha causato centinaia di migliaia di vittime e oltre 5,5 milioni di profughi fuori dalla Siria, intrappolati in una terra di nessuno senza cibo, riparo e cure mediche - ha detto Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia -. La Ue invece di sostenere la politica di respingimento attuata dalla Grecia, dovrebbe ricordarsi dei propri obblighi di difesa dei diritti umani fondamentali, garantendo la sicurezza e la protezione di chi ha perso tutto".
    In questo momento, prosegue Oxfam in un comunicato, a preoccupare ulteriormente è l'annuncio del governo greco di non voler accettare nessuna richiesta di asilo per un mese.
    "Chiediamo con forza che la Grecia e i suoi partner europei collaborino, accogliendo e garantendo un futuro ai profughi siriani al confine greco; che gli Stati membri della Ue lavorino per trasferire quanto prima i bambini e i profughi più vulnerabili dalla Grecia, ridistribuendoli in altri Paesi europei - ha sottolineato Pezzati -. Una condivisione di responsabilità tra Grecia e Ue che allo stesso tempo deve portare a un immediato miglioramento delle condizioni disumane in cui sono costretti a sopravvivere i migranti intrappolati sulle isole greche. Muovendosi prima possibile per trasferimenti sulla terraferma".
    Oxfam lancia quindi un "appello urgente" affinché tutti gli Stati europei rispettino la lettera e lo spirito della Convenzione sui rifugiati. "Fino a quando l'Unione continuerà ad anteporre interessi di parte al rispetto dei diritti e alla dignità degli esseri umani, non potrà svolgere con efficacia un ruolo di leader come attore umanitario nel contesto internazionale - ha concluso Pezzati -. Lo spirito alla base dell'idea di Europa unita, già messo in discussione dalla gestione delle politiche migratorie in questi ultimi 5 anni, sta morendo al confine tra Grecia e Turchia. La mera difesa dei confini sta ancora una volta vincendo su ogni spirito di umanità, mentre bambini innocenti continuano a morire in mare, come successo ieri, nell'ennesima tragedia che continua a non smuovere le coscienze dei leader europei".
   

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