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Joshua Wong non verrà in Italia

L'Alta Corte di Hong Kong nega l'espatrio per pericolo di fuga

Redazione Ansa

- PECHINO - L'Alta Corte di Hong Kong ha respinto il ricorso di Joshua Wong, attivista di punta pro-democrazia, contro la richiesta di espatrio per un viaggio in Europa a causa del pericolo di fuga. Lo riferisce un post sull'account di Telegram di Demosisto, il partito da lui co-fondato. Wong, libero su cauzione da fine agosto, è sotto indagine per la partecipazione a manifestazioni non autorizzate.
    Wong avrebbe dovuto recarsi anche in Italia, ospite il 27 novembre a Milano della Fondazione Feltrinelli.

   Wong contava sul via libera della Corte al viaggio, in linea con quanto concessogli di recente per andare a Taiwan, in Germania e negli Usa, per poter raggiungere sei Paesi europei: Italia, Francia, Belgio, Svizzera, Germania e Gran Bretagna, con inviti di peso, tra audizioni parlamentari e discorsi in vari eventi.

   Tuttavia, il primo stop dell'8 novembre non è stato ribaltato in appello. Demosisto ha notato che la Corte ha asserito che gli inviti fatti a Wong, tra audizioni e incontri di vario tipo, non richiedevano necessariamente la sua presenza fisica, ventilando l'ipotesi di messaggi registrati o in video conferenza. Il giudice ha detto anche le circostanze a Hong Kong sono cambiate e che Wng avrebbe fatto meglio a restare nella città invece di fare "sforzi all'estero per aiutare Hong Kong".

   E Joshua Wong contesta il divieto all'espatrio confermato dall'Alta Corte di Hong Kong: "Privandomi della libertà di movimento, la Corte ha imposto una punizione aggiuntiva prima che sia provata la colpevolezza", ha detto l'ex leader del 'movimento degli ombrelli' del 2014 in un commento sui social. "E' chiaro che il modello 'un Paese, due sistemi' sia vicino al collasso e sforzi concordati sono necessari per aiutare Hong
Kong", ha poi aggiunto Wong, assicurando che continuerà a chiedere il sostegno internazionale.

   

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