America Latina

Venezuela, Maduro giura sommerso dalle critiche

Ribadisce impegno democratico, attacca Impero Usa e Ue

Redazione Ansa

 Come aveva promesso di voler fare "contro venti e maree", il presidente Nicolás Maduro ha giurato oggi a Caracas per un secondo mandato di sei anni (2019-2025) nelle mani del presidente del Tribunale supremo di giustizia (Tsj), in un clima di tensione per le numerose critiche formulate nei suoi confronti a livello internazionale. Davanti ad un pubblico amico guidato dai presidenti di Cuba, Bolivia, El Salvador e Nicaragua, ma in assenza delle delegazioni di molti Paesi latinoamericani e europei, Maduro ha ricevuto la fascia presidenziale dal presidente del Tsj, Maikel Moreno. Questi ha ricordato che la Costituzione prevede il giuramento del capo dello Stato davanti all'Assemblea nazionale o in subordine, se ciò non è possibile, davanti al Tribunale supremo. Maduro ha quindi ha giurato "a nome del popolo, per i nostri antenati, per il Libertador Simon Bolivar, per il presidente Hugo Chavez", per "costruire il socialismo del Secolo XXI", per "Dio Onnipotente, e per la mia stessa vita". Mentre fioccavano le dichiarazioni contro la sua decisione di mantenersi al potere, fra cui quelle dell'Organizzazione degli Stati americani (Osa) e dell'Unione europea (Ue), e mentre varie Nazioni latinoamericane (Argentina, Cile, Colombia, Ecuador e Paraguay) lo criticavano ufficialmente, Maduro ha pronunciato un discorso in cui ha ribadito che "la mia elezione è un passo di pace per il nostro Paese".
   

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