Asia

Usa fuori da Consiglio diritti umani Onu

Il ritiro annunciato dall'ambasciatrice Usa al Palazzo di Vetro

Redazione Ansa

"La decisione degli Stati Uniti di ritirarsi dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite rischia di minare il ruolo degli Usa come campione e sostenitore della democrazia sulla scena mondiale". Lo afferma in una nota il portavoce del servizio di azione esterna dell'Ue precisando che "l'Unione europea continuerà tuttavia a difendere i diritti umani e le libertà fondamentali, sia nelle sedi multilaterali o in tutto il mondo, anche cooperando con gli Stati Uniti ogni qualvolta possibile".

Bordate a Washington anche da Mosca: "Gli Stati Uniti hanno nuovamente assestato un forte colpo alla propria reputazione di difensori dei diritti umani e hanno dimostrato il loro disprezzo non solo verso il Consiglio dei diritti umani ma anche verso l'Onu in generale e le strutture che ne fanno parte". Così la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova.

Israele invece ringrazia il presidente Trump "per la coraggiosa decisione contro l'ipocrisia e le bugie del cosiddetto Consiglio dei diritti umani dell'Onu", l'Unhrc. Lo ha detto il ministero degli Esteri, retto dal premier Benyamin Netanyahu, dopo la decisione Usa della scorsa notte di lasciare l'organismo. "Invece che occuparsi dei regimi che sistematicamente violano i diritti umani - ha proseguito - quel Consiglio si è ossessivamente fissato con Israele, l'unica vera democrazia del Medio Oriente". 

Ieri, annunciando la decisione, l'ambasciatrice americana all'Onu, Nikki Haley, ha detto che 'questo passo non è un ritiro dal nostro impegno sul fronte dei diritti umani. Assumiamo questa iniziativa perchè il nostro impegno su questo fronte non ci consente di restare parte di un organismo ipocrita che deride i diritti umani'' spiega Haley, attribuendo la decisione americana al trattamento riservato dal Consiglio dei Diritti Umani dell'Onu a Israele. Haley definisce l'organismo un ''protettore di chi abusa dei diritti umani'' e cita l'ammissione del Congo come suo membro nonostante le fosse comuni rinvenute

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