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Colombia al ballottaggio, 37 mln al voto

Elettori scelgono tra il delfino di Uribe e un ex guerrigliero

Redazione Ansa

 Quasi 37 milioni di colombiani votano oggi per il ballottaggio delle presidenziali. Gli elettori sono chiamati a scegliere fra centrodestra e centrosinistra nella sfida fra Ivan Duque, il delfino dell'ex presidente Alvaro Uribe e l'ex guerrigliero Gustavo Petro, vincitori del primo turno elettorale dello scorso 27 maggio. I sondaggi danno Duque in vantaggio. I seggi apriranno alle 8 ora locale (le 15 in Italia) e chiuderanno alle 16 (le 23 a Roma). I primi risultati sono attesi qualche ora dopo.
   

E' un inedito scontro fra centrodestra e centrosinistra nella sfida fra Ivan Duque, il delfino dell'ex presidente Alvaro Uribe, e l'ex guerrigliero Gustavo Petro, vincitori del primo turno elettorale dello scorso 27 maggio. I sondaggi danno Duque (39,14% al primo turno) in vantaggio su Petro (25,08%), ma con una distanza che oscilla dai 10 ai 3 punti, sicché esiste ancora una certa incertezza sul risultato del voto. Ma comunque vada a finire, queste elezioni segnano un nuovo panorama politico in Colombia, polarizzato come mai prima fra destra e sinistra, conservatori e progressisti. Fino a poco fa era impensabile uno scontro come quello fra Duque e Petro, in un paese dove per decenni la politica è stata egemonizzata da due partiti tradizionali (liberali-conservatori) che si alternavano al potere, ma sempre su posizioni centriste. Secondo Mauricio Jaramillo, politologo e professore all'Università del Rosario di Bogotà, questo processo di polarizzazione è il risultato di due fenomeni paralleli, uno strutturale e l'altro di congiuntura politica. Strutturalmente, spiega un analista, esiste una "crescente perdita di appoggio dei partiti tradizionali", con gli elettori che si schierano "a favore di due grandi partiti, uno di sinistra rinnovata e moderata, e l'altro di destra ma anch'essa rinnovata, eliminando tutti i candidati che rappresentavano opzioni centriste".

Il dato di congiuntura che ha favorito questo sviluppo, ha aggiunto Jaramillo, è stato l'accordo di pace fra il governo uscente di Juan Manuel Santos e le Farc. Così, Duque è stato presentato come un candidato senza esperienza, legato ai settori più reazionari e troppo influenzato da Uribe, mentre Petro è stato criticato per la sua mediocre amministrazione come sindaco di Bogotà e la sua vicinanza con il governo di Caracas, nel momento in cui centinaia di migliaia di venezuelani si riversano in Colombia. Se Duque risultasse il vincitore, potrebbe contare con una maggioranza in Parlamento, ma dovrebbe affrontare una dura opposizione non solo della sinistra ma anche dei Verdi -il cui successo è stata la vera sorpresa del primo turno- e delle Farc, diventate nel frattempo un partito con rappresentanza legislativa, grazie agli accordi di pace. In caso di vittoria di Petro, la situazione sarebbe ancora più scomoda per il governo, che conterebbe con scarso spazio di manovra in Parlamento, una opposizione di destra attaccandolo corpo a corpo e una opinione pubblica che non gli farà nessuno sconto. In tutt'e due i casi, riassume Jaramillo, qualunque sia il prossimo governo della Colombia, il suo lavoro non risulterà facile.

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