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Cesare Battisti: "Sono innocente, Torregiani lo sa". Il figlio del gioielliere ucciso: "Certo che è responsabile"

'Una trappola quel viaggio verso la Bolivia, era tutto organizzato'

Redazione Ansa

 "Battisti se ha delle prove le usi, non rompa le balle alle famiglie delle vittime". E' lapidario Alberto Torregiani, figlio del gioielliere Pierluigi Torregiani, per il cui omicidio Cesare Battisti è stato condannato a 13 anni e 5 mesi. "Ma il governo brasiliano si rende conto a chi sta dando credito? - Ha aggiunto Torregiani - Ormai è delirante. Sta cercando di alzare un polverone come nel 2008 perché finche se ne parla lui rimane libero". "Battisti racconta un sacco di balle. Certo che penso che non sia stato lui a uccidere materialmente mio padre - prosegue Torregiani -, non lo dico io, lo dicono gli atti processuali. Ma lui fu tra quelli che progettarono gli attentati, anzi, quando il gruppo terrorista si spaccò proprio sull'opportunità di uccidere mio padre, lui insistette. Certo che è responsabile".

Battisti ha affermato di avere "una relazione con Alberto Torregiani. Ci siamo scritti durante gli anni. L'ho aiutato a scrivere un libro. Io ho lettere di Alberto Torregiani in cui mi dice testualmente che non ha nessun dubbio sul fatto che io non ho niente a che vedere con la morte del padre. Fortunatamente - assicura - sono uscito prima che iniziassero omicidi nel mio gruppo".

"Io e lui non abbiamo mai avuto contatti diretti, altro che aiutarmi a scrivere un libro", ha presicsato Torregiani. "Sono stato contattato, e non da lui, e si parla di 3 o 4 mail - ha detto all'ANSA - e comunque sempre attraverso la mediazione della scrittrice sua amica, Fred Vargas. Una volta ho fatto una battuta ma con lei, dicendo che se avessi scritto un altro libro avrei chiesto a lui ma ripeto, era una battuta. Trasformarla in qualcosa d'altro è tipico di uno che fa lo scrittore, che calcola bene quel che dice e che in mezzo ci mette dello sporco".

In una intervista al Gr1, rispondendo ad una domanda sulla lotta armata, Battisti spiega: "Come si può essere soddisfatti o fieri di tanta violenza, tanti omicidi tanto sangue, da una parte come dall'altra. La lotta armata è stato un suicidio, non poteva dare risultati per nessuno. E anche indirettamente ho partecipato a idee che hanno portato a una follia, ad una via senza uscita".

"Come non ho compassione per le vittime? Certo che ho compassione per le vittime. Io ho 62 anni, ho moglie e figli, ho nipoti, già sono nonno". Lo ha detto Cesare Battisti in un'intervista al Gr1 Rai, all'indomani della decisione dell'Alta Corte brasiliana di rinviare di una settimana l'esame del suo caso.   

"Qualcuno - prosegue Battisti - ha voluto portarmi alla frontiera con la Bolivia, è stata una trappola.  Era tutto organizzato. Io qui in Brasile sono accettato da tutti, tutti mi vogliono bene", aggiunge l'ex leader dei Proletari Armati per il Comunismo, secondo il quale "nel plenario (dell'Alta Corte brasiliana, ndr) ci sono diverse voci, molte delle quali sono a mio favore".


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