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I paesi Ue si preparano alla battaglia per Ema e Eba

La Grecia lancia la strategia Med. La Slovacchia invoca 'equità'

La presentazione della candidatura di Milano a nuova sede dell'Ema

Redazione Ansa

I Paesi candidati ad ospitare le agenzie europee del Farmaco (Ema) e l'Autorità bancaria (Eba), che dovranno lasciare Londra per la Brexit, si preparano alla battaglia del 20 novembre, quando da un voto segreto a tre turni emergeranno i nomi delle due città vincitrici. La prima discussione politica, al consiglio Affari generali, è stata l'occasione per confrontarsi, sfidarsi e fiutare la possibilità di alleanze. Milano, Amsterdam, Copenaghen, Vienna e Bratislava sembrano essere - per motivi diversi - le 'front-runner' della gara per l'Ema che vede diciannove città in lizza.

Ad aprire i giochi sulle possibili cordate è stata la Grecia, che rivendica l'Ema per Atene come segno di una "solidarietà Ue, dopo tutti i sacrifici" per le varie crisi. Il ministro degli Esteri ellenico Georgios Katrougalos ha proposto ai colleghi dei sette Paesi che partecipano alla conferenza del Mediterraneo del sud un sostegno reciproco. "Se passiamo, il secondo turno contiamo sul sostegno italiano - afferma - e se ci sarà Milano, la voteremo". Ma nuove strategie prenderanno forma al vertice europeo di questa settimana, dove sembra scontato anche un fronte compatto dei Paesi dell'Est.

Il sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi per il momento preferisce non scoprire le carte. "Come si deve fare, per un lavoro serio e difficile, lo manteniamo in via confidenziale", avverte. Voci di corridoio parlano di accordi con Croazia e Slovenia, ma anche col Lussemburgo, in cambio di un voto per la candidatura all'Eba. Gozi mette in guardia: "Tutti faranno la propria corsa fino al 20 novembre. Questo è un sistema che rende molto difficile sia la costruzione di alleanze, che far emergere le scelte migliori", ribadendo l'auspicio che a prevalere siano i criteri oggettivi e non l'equilibrio geopolitico. Quest'ultimo - spiega - vale per le nuove agenzie.

Cipro intanto non sembra accogliere la proposta lanciata da Atene. "Non abbiamo favoriti per l'Ema. Siamo fuori dai giochi a causa dei criteri. Come si fa a chiedere un edificio già pronto. Siamo un piccolo Paese alla periferia", protesta il capo della diplomazia cipriota Ioannis Kasoulides.

Invece come l'Italia, anche Olanda e Danimarca sanno di avere candidature forti proprio nei criteri oggettivi, e puntano su quelli. "Amsterdam è una proposta di grande qualità", ribadisce il ministro degli Esteri Bert Koenders. Ma il collega danese si vanta di avere l'asso nella manica: "Copenaghen è l'unica ad avere luce verde per tutti i criteri. Rispetto ad Amsterdam, "abbiamo un edificio già pronto". La Slovacchia però ha l'aria di voler combattere fino alla fine. "Ema certamente deve venire" a Bratislava. "Abbiamo fatto ciò che avevamo promesso, presentando una proposta molto buona e competitiva. E dopo tutto, ci aspettiamo un po' di equità. La Slovacchia è uno dei cinque Paesi che non ha alcuna agenzia europea, e questo è il momento per porvi rimedio", mette in guardia il ministro per gli Affari europei slovacco Ivan Korcok.

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