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Fillon travolto dagli scandali ma ci crede ancora PROFILO

L'uomo dei Républicains ultraliberale e cattolico praticante

Francois Fillon in una foto d'archivio

Redazione Ansa

Francois Fillon vuole crederci ancora. Malgrado gli scandali che hanno affossato la sua campagna, il candidato dei Républicains, 63 anni, continua a lottare per il secondo turno. Per tentare l'incredibile rimonta, i fedelissimi hanno evidenziato le minacce che pesano su di lui.

Certo, Fillon non è l'unico bersaglio esposto al rischio attentati. Ma il video in cui i due jihadisti affiliati all'Isis catturati a Marsiglia brandiscono una sua foto ha contribuito a farlo passare per il nemico numero 1 dei terroristi, anche se lui rifiuta di indossare il giubbotto antiproiettile. Furiosa - in questa sorta di macabra strumentalizzazione dell'allerta terrorismo - Marine Le Pen ha tentato di riacciuffare il titolo di paladina anti-jihad, lasciando intendere che la cellula sgominata a Marsiglia aveva come bersaglio solo e soltanto lei, visto che l'unico appuntamento elettorale previsto in città era il suo comizio. Domani, Fillon chiuderà la campagna con un trekking sulle Alpi, a Chamonix. Il candidato ultraliberale dei Républicains indagato per il Penelopegate - l'accusa di impieghi fittizi in parlamento a moglie e figli - è convinto di farcela. Ha detto nei giorni scorsi: "Credo che i sondaggi esprimano più un'emozione che una realtà politica".

Cattolico praticante, appassionato di corse automobilistiche, tra cui la 24 ore della sua amata Le Mans, già spiazzò tutti a novembre, quando sbaragliò i pronostici delle primarie sorpassando all'ultimo il favorito Alain Juppé. Un trionfo. Quanto ai siluri del Canard Enchainé sugli incarichi fittizi, per lui sono frutto di un "complotto" orchestrato dal presidente Hollande e da un fantomatico 'ufficio occulto' dell'Eliseo, con il contributo di magistrati e media. A metà marzo, la procura lo ha indagato per abuso di fondi pubblici e appropriazione indebita (indagata pochi giorni dopo anche la moglie Penelope) mentre i giornali hanno continuato a pubblicare rivelazioni su soldi e vestiti di lusso ottenuti da miliardari e faccendieri. Come il libanese Fouad Makhzoumi, che secondo il Canard versò a Fillon 50.000 dollari per ottenere in cambio un incontro con Vladimir Putin e i dirigenti di Total. A marzo, il partito tentò il colpaccio, il cosiddetto 'piano B', per sostituirlo con una personalità alternativa, ma fu un buco nell'acqua. Fillon l'ebbe vinta ancora una volta e forse è anche per questa buona stella se ci spera ancora. In ogni caso non rimpiangerà di non aver lottato fino all'ultimo.
   

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