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Mutilazioni genitali: Cooperazione in prima linea per aiuti

Sebastiani, 140 mln le vittime, serve approccio inclusivo

Redazione Ansa

 ''Secondo le stime dell'Oms sono 140 milioni le donne e bambine che hanno subito una qualche forma di mutilazione, un numero inaccettabilmente alto, destinato a crescere ogni anno di 3 milioni. La Cooperazione italiana ha sempre sostenuto gli sforzi della comunità internazionale nella lotta a questa pratica odiosa''. Lo ha detto Pietro Sebastiani, direttore generale per la Cooperazione allo Sviluppo del ministero degli Esteri, chiudendo i lavori della conferenza per la messa al bando universale delle mutilazioni genitali femminili (Mgf) organizzata ieri e oggi alla Farnesina, in collaborazione con la Ong 'Non c'è pace senza giustizia' e l'Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.
    ''Nel 2016 - ha ricordato Sebastiani - la nostra Cooperazione ha stanziato 2 milioni di euro a favore del Programma delle Nazioni Unite per la lotta alle Mgf (Unfpa-Unicef)''. L'Italia, ha aggiunto, è in prima linea nell'eradicazione delle escissioni genitali femminili con programmi a sostegno delle vittime e il loro rafforzamento in diversi Paesi tra cui il ''Senegal, il Burkina Faso, il Niger e l'Etiopia''. In questa ottica, ha proseguito, in occasione del ''Global Leaders' Meeting on Gender Equality and Women's Empowerment del settembre 2015 l'Italia ha stanziato 50 milioni di euro per il biennio 2016-17 proprio a favore dell'empowerment delle donne e l'uguaglianza di genere''.
    Serve, ha poi concluso il direttore generale per la Cooperazione, ''tenacia. Si tratta di un obiettivo ambizioso ma raggiungibile''.
    ''L'approccio deve essere inclusivo, rispettoso della ownership locale e costruttivo'', ha auspicato dal canto suo Luca Giansanti, direttore generale Affari politici del ministero degli Esteri. ''Società civile e governi devono lavorare in sinergia''. E un ruolo fondamentale possono ricoprirlo gli uomini, quali ''agenti di cambiamento per eliminazione di queste pratiche'', ha aggiunto Giansanti. ''Uomini e donne devono lavorare insieme'' in questa direzione e ''anche nell'attività di formazione e di prevenzione''. Spesso, ha evidenziato, ''l'accettabilità sociale delle mutilazioni è inferiore a quella che si crede nelle società locali. L'avversione tuttavia spesso rimane nascosta, per paura di essere stigmatizzati'', conclude Giansanti. (ANSA).
   

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