Mondo

Onu accusa Assad, 'nessuno ha fatto più morti in Siria'

Sospesi convogli dopo l'attacco. Mosca-Damasco: 'Non c'entriamo'

Redazione Ansa

 La guerra torna ad investire con tutti i suoi orrori la Siria e l'Onu annuncia la sospensione temporanea della distribuzione di aiuti alle popolazioni allo stremo dopo i raid compiuti lunedì sera su un convoglio umanitario vicino ad Aleppo. "Il cessate il fuoco non è morto", ha affermato il segretario di Stato americano, John Kerry, dopo essere tornato ad incontrare a New York il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov. Le stesse parole sono state usate dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, anch'egli a New York per l'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Ma, a distanza di 11 giorni dall'accordo tra le due superpotenze che aveva portato alla tregua e fatto rinascere le speranze di una soluzione diplomatica al conflitto, il deterioramento della situazione sul terreno sembra lasciare poco spazio all'ottimismo. E a pesare sono anche i toni sempre più accesi proprio tra Mosca e Washington, specie dopo il bombardamento della Coalizione internazionale a guida americana che sabato ha ucciso decine di soldati siriani in una base a Deyr az Zor. Kerry ha definito l'attacco al convoglio  nella località di Uram al Kubra, che ha provocato una ventina di morti, una "vergognosa violazione del cessate il fuoco". La Russia e la Siria, prime imputate per l'episodio, hanno respinto ogni accusa. Le Nazioni Unite non hanno rivolto ufficialmente accuse precise a nessuno, ma Amnesty International, citando testimoni locali, ha parlato di raid compiuti da "elicotteri e jet di fabbricazione russa" che sono durati per due ore. E ciò, ha aggiunto, "accresce i sospetti che le forze del governo siriano abbiano deliberatamente attaccato l'operazione di soccorso". Di attacco "selvaggio e apparentemente deliberato", compiuto da "codardi", ha parlato anche il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, aprendo l'Assemblea generale. E, sebbene non abbia imputato esplicitamente l'episodio a Damasco, il segretario generale ha scagliato un attacco frontale al regime di Bashar al Assad: "Tanti gruppi hanno ucciso molti civili in Siria, ma nessuno ne ha uccisi di più del governo siriano, che continua a bombardare quartieri e a torturare migliaia di detenuti", ha accusato Ban. Da parte sua, il coordinatore umanitario dell'Onu, Stephen O'Brian, ha detto che, se risultasse essere un atto deliberato, il raid "equivarrebbe ad un crimine di guerra". L'Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus) sottolinea che, oltre alle vittime nel convoglio e in un vicino magazzino della Mezzaluna rossa siriana presi di mira, almeno altre 20 persone sono state uccise in raid governativi e russi su Aleppo e nei dintorni. Mentre stamane fonti degli attivisti sul terreno parlavano di un'offensiva di terra delle truppe di Damasco e delle milizie alleate nella stessa Aleppo. L'Onu ha fatto sapere che i convogli umanitari sono stati sospesi solo come "misura di sicurezza immediata", ma che rimane impegnata per "fornire aiuti a tutti i siriani che li necessitano". Mentre Pawel Krzysiek, portavoce del Comitato internazionale della Croce Rossa a Damasco, ha detto all'ANSA che la sua organizzazione "non ha sospeso nessuna attività". A dimostrazione tuttavia dei rischi che corrono i soccorritori, la Mezzaluna rossa siriana ha sottolineato che ben 54 dei suoi operatori sono stati uccisi dall'inizio del conflitto, l'ultimo dei quali nell'attacco di lunedì sera. E l'Unione delle organizzazioni siriane per il soccorso umanitario (Uossm) ha detto che ogni 17 ore un servizio medico è colpito, si tratti di ospedali, dispensari, farmacie, medici, paramedici o ambulanze.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it