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Reportage: Stupore e cordoglio in una Nizza sconvolta

Testimonianze shock, dal parto in cucina al ristoratore eroe

Redazione Ansa

Sul lungomare si pulisce l'asfalto dal sangue e si raccolgono gli elementi per ricostruire il terribile attentato, a poche decine di metri la gente cammina nelle vie dello shopping e chiacchiera nelle brasserie. Negli occhi della gente - dei turisti e dei 'nicois' - c'è stupore, paura, incredulità. Sembra un giorno come gli altri, nella bella stagione, con place Massena, boulevard Victor Hugo, avenue Medecin, affollate e colorate. Sembra, perché in realtà Nizza è una città sconvolta, colpita e messa al tappeto, che fatica a rialzarsi e a darsi una ragione degli 84 morti falciati sulla Promenade des anglais, il suo 'salotto buono'. Juliette beve una tazza di caffè in un bar di rue de France. Sulle gambe sonnecchia il suo barboncino. Lei ha lo sguardo fisso, nel vuoto. "Da ore non parla" dicono gli amici e invitano a lasciarla stare. Poco più in là c'è la chiesa di Saint Philippe e Saint Pierre d'Arene: è rimasta aperta tutta la notte per accogliere chi fuggiva alla follia omicida. "Espace de prière pour les victimes" si legge sul sagrato. Luc e Patrick passeggiano in pantaloncini e canottiera sul lungomare, hanno voglia di raccontare la loro serata come per esorcizzare la paura. Paolo Portulez è portoghese e fa il receptionist in un albergo a pochi metri dal mare. "Ieri sera in decine si sono riversati nella nostra hall - racconta - e molti sono stati accolti nelle stanze dai nostri clienti. Non abbiamo chiuso la porta a nessuno, questa è la solidarietà dei francesi". Sono tante le storie che emergono da questo tragico 14 luglio a Nizza. Come quella di una giovane donna, incinta di nove mesi, che ha partorito nel ristorante Ruhl Plage dove aveva trovato rifugio: i camerieri l'hanno portata nelle cucine dove un medico l'ha assistita durante il travaglio. Un parigino di 27 anni, Timothé Fournier, ha invece perso la vita dopo aver messo in salvo la moglie incinta di sette mesi: è riuscito a spingerla oltre la strada prima che il furgone lo falciasse. Norberto, portiere d'albergo, ha la voce spezzata dall'emozione quando racconta "quei minuti tragici dopo aver sentito gli spari che arrivavano dal mare": "Eravamo nel dehors di un ristorante in rue Raffali quando il ristoratore, un giovane armeno, ci ha spinto all'interno del locale assieme agli altri clienti e ha chiuso la porta. Nella via si sono riversate centinaia di persone, terrorizzate, spazzando via tavoli e sedie. Alcuni bambini sono caduti, con la folla che li calpestava: allora il ristoratore è uscito e li ha trascinati dentro, probabilmente salvando loro la vita". Davanti all'ospedale Pasteur, sulla collina di Nizza, molti feriti si sono fermati a parlare con i cronisti. Un trentenne, con il braccio ingessato, ricorda "la grandissima confusione" che c'era sulla Promenade dopo il passaggio del furgone, con "gente che correva in ogni direzione: a terra c'erano molti corpi, morti e feriti, ero impietrito, non sono riuscito a fare niente. Una donna mi ha chiesto di prendere suo figlio e portarlo via: così ho fatto".

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