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Migranti: braccia contro carbone, 70 anni fa l'intesa Italia-Belgio

A Marcinelle morirono 136 italiani. Strage pose fine all'accordo

Redazione Ansa

"Braccia contro carbone". Dovevano essere sani ed avere meno di 35 anni. A spingerli era la miseria dell'Italia del secondo dopoguerra e lo spirito di sacrificio per aiutare le proprie famiglie, povere e numerose. I migranti italiani scendevano dai treni a Charleroi, e dopo un rapido passaggio per le baracche, andavano subito al lavoro, nelle miniere.

VIDEO - Documentario sul fenomeno migratorio in base all'accordo tra Italia e Belgio

 

 

Per i belgi, che di scavare in quelle cavita' non ne volevano più sapere, gli italiani erano 'gueules noires' (facce nere), 'macaronis' da tenere a distanza. La storia dell'immigrazione di massa nel Paese nord europeo, dove la comunita' italiana e' la seconda piu' numerosa con circa 157mila persone, dopo quella francese, ebbe soprattutto origine dal contratto che Roma siglò con Bruxelles il 23 giugno 1946. L'accordo, di cui ricorre il settantesimo anniversario, prevedeva, nella sua fase iniziale, l'invio di 50mila minatori, duemila a settimana, in cambio di 200 chili di carbone al giorno, per ciascun immigrato. Il Belgio prometteva vantaggi sociali ed alloggi adeguati, ma all'arrivo, quando ci si trovava di fronte alle baracche e alle difficili condizioni di lavoro, la disillusione era forte. "Sapevano di partire per aiutare le loro famiglie, che li raggiungevano successivamente, ed e' questo che dava loro la forza di affrontare condizioni molto molto dure", spiega il direttore dell'Istituto italiano di cultura Paolo Grossi.

Secondo la storica dell'immigrazione italiana in Belgio, Anne Morelli, c'e' "molta retorica attorno alla memoria, ma e' chiaro che si tratta di una storia che non ha niente di glorioso. Si parla di 'festeggiamenti', ma c'e' poco da festeggiare. Questa immigrazione fu uno strappo, un obbligo, una deportazione". Nelle miniere gli incidenti si moltiplicavano, fino a quella maledetta mattina dell'8 agosto 1956, quando al Bois du Cazier fu la catastrofe: la gabbia-ascensore in cui era stato inserito un carrello pieno di carbone, per un errore, parti' prima di chiudersi e nella corsa trancio' di netto due cavi elettrici provocando un grave incendio. Fu l'inferno. Solo dodici operai riuscirono a guadagnare la superficie, 262 morirono, 136 di loro erano italiani. Fu questo grave incidente a porre fine all'accordo bilaterale, che in parte contribui' a costruire il miracolo economico italiano.

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